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l'allarme

"La peste suina è al confine del Polesine"

Lo segnala Cia Rovigo

Peste suina, misure preventive

L’amministrazione regionale si è data l’obiettivo di eliminare 13.400 cinghiali da qui ai prossimi dodici mesi al fine di scongiurare l’avvento della peste suina africana in Veneto.

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“Il focolaio più vicino si trova a meno di 80 km dal Polesine - sottolinea Cia Rovigo - Tutte le misure che vanno nella direzione del contrasto al virus sono da sostenere apertamente. Ma i costi degli interventi riconducibili al rafforzamento della biosicurezza non devono venire scaricati solamente sugli agricoltori”.

Come stabilito dall’ordinanza 84 (del 10 settembre 2024) della Giunta regionale, denominata “Misure di prevenzione e controllo della diffusione della Peste Suina Africana (PSA) sul territorio regionale”, nell’area del Parco Colli Euganei verranno rinforzate le squadre dei selecontrollori autorizzati, mentre saranno posizionati dei nuovi chiusini. Non solo. Vengono imposte ulteriori restrizioni “sia per evitare il contagio che per la gestione di eventuali focolai”.

Tuttavia, osserva il presidente di Cia Rovigo, Erri Faccini, “serve il supporto concreto delle Istituzioni, anche in termini finanziari, per dare piena attuazione alle prescrizioni indicate”. Entro il prossimo 10 ottobre, ad esempio, gli allevatori, polesani e veneti, che non l’avessero ancora fatto saranno tenuti a potenziare le recinzioni, utilizzare adeguate protezioni individuali e vestiari monouso. “Vero che gli imprenditori agricoli stanno migliorando la biosicurezza nelle loro attività da due anni a questa parte; ma non è possibile dare un lasso di tempo così ristretto, soltanto quattro settimane, per mettersi definitivamente in regola: sono necessari adeguati investimenti che talvolta richiedono dei mesi”.

Gli allevamenti che non avranno messo a punto queste migliorie saranno esclusi da qualsivoglia indennizzo: “Anche questo è un aspetto che non ci convince. In linea generale, la questione della psa non va risolta unicamente dal mondo dell’agricoltura. Necessaria, invece, la massima collaborazione con tutte le autorità competenti. Si tratta di una criticità che va affrontata dall’intera comunità”.

“Non ci sottraiamo ai controlli, anzi – puntualizza il presidente – Il settore del primario, però, non può essere lasciato solo nella lotta al virus”. Qualora dovesse davvero giungere la psa all’interno del territorio regionale, Cia Rovigo stima delle perdite di almeno il 15% del fatturato complessivo del comparto suinicolo polesano, che ad oggi vale 24 milioni di euro. “Andrebbe fortemente in crisi tutta la filiera del Prosciutto Veneto Dop – prosegue – con impatti più che negativi sul tessuto economico-sociale”. “I cinghiali sono i primi vettori della peste suina africana e, dunque, rappresentano un enorme pericolo”. Da qui, conclude, “l’urgenza di contenere il numero degli ungulati, soprattutto nei quattro distretti suinicoli, Verona sud, Verona nord, Sossano-Teolo, Padova-Vicenza-Treviso-Venezia, individuati dalla Regione”.

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