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Morti sul lavoro, una piaga da curare

Nei primi sette mesi del 2023 in Veneto ci sono stati 37 decessi nei luoghi di lavoro, zero in Polesine

Morti sul lavoro, una piaga da curare

Nei primi sette mesi del 2023 in Veneto ci sono stati 37 decessi nei luoghi di lavoro, zero in Polesine

ROVIGO - La piaga degli incidenti sul lavoro. Ieri è stato il decennale della terribile tragedia sul lavoro avvenuta ad Adria alla Coimpo, 4 vittime, i cui familiari chiedono ancora piena giustizia. ma il fenomeno degli infortuni, mortali e non, nei luoghi di lavoro è una piaga che resta tremendamente attuale. Sono in arrivo nuove misure per il settore dell’edilizia, ma ancora non basta.

Nei primi 7 mesi Nel 2023 in Veneto ci sono stati 101 morti sul lavoro (127 nel 2022, 119 nel 2021). I cantieri sono tra i luoghi di lavoro più a rischio di incidenti mortali, in particolare per la caduta dall’alto, per seppellimento a seguito di lavori di sbancamento e per soffocamento a seguito di interventi in ambienti confinati.

Sempre nella nostra regione tra gennaio e luglio 2024 il numero totale dei decessi nei luoghi di lavoro ha interessato 37 persone, 14 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La provincia di Verona rimane il territorio più colpito dalle cosiddette “morti bianche”. Se nei primi 7 mesi del 2024 sono state 11, nello stesso arco temporale del 2023 erano state 15 (-4). Preoccupante anche la situazione della Città metropolitana di Venezia che quest’anno ha contato 10 decessi (-1), Padova con 9 e Treviso con 4 (-6). In Polesine nei primi sette mesi non ci sono stati infortuni mortali, ce n’erano stati due nello stesso periodo del 2023.

Crediti La Cgia di Mestre ha rilevato che sono almeno 66.355 le imprese venete del comparto casa che, dal prossimo primo ottobre, avranno l’obbligo di richiedere digitalmente all’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) la patente a crediti. Pertanto, edili, dipintori, piastrellisti, elettricisti, termoidraulici, ascensoristi, falegnami, serramentisti, fabbri, lattonieri, carpentieri, e altro, dovranno farsi carico di questo nuovo adempimento.

La patente Con l’introduzione della patente a crediti, l’intento del legislatore è di prevenire e contrastare il lavoro irregolare e aumentare la sicurezza nel comparto delle costruzioni. Obbiettivi condivisibili che, purtroppo, si stanno scontrando con la spaventosa inefficienza della burocrazia ministeriale. Infatti, sono più di 4 mesi e mezzo che la normativa è stata approvata definitivamente, ma a 10 giorni dall’entrata in vigore della patente a crediti, solo ieri il tanto atteso decreto attuativo del ministero del Lavoro, presentato alle parti sociali il 23 luglio scorso, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. A seguito di questo grave ritardo, l’Inl non ha ancora potuto redigere la circolare esplicativa che dovrà definire la prassi amministrativa per individuare concretamente i termini e le modalità operative per ottenere la patente. Pertanto, in assenza di questa circolare, la piattaforma digitale dove le imprese interessate dovranno presentare la domanda non è ancora disponibile e lo smarrimento e la confusione hanno avuto il sopravvento. A segnalarlo è la Cgia di Mestre.

Gli autonomi L’ennesimo caso di lentezza della burocrazia ministeriale sta mettendo in grosse difficoltà le imprese del comparto casa, in particolare quelle di piccolissima dimensione. Va segnalato che tra le 66.355 attività del Veneto interessate a richiedere la patente a crediti, 27.000 (oltre il 40 per cento circa del totale), sono costituite da artigiani, molti dei quali stranieri, che non hanno dipendenti. Perciò, non potendo contare sull’apporto di alcun collaboratore, dovranno ottemperare gli adempimenti richiesti dalla legge avvalendosi della consulenza di un tecnico, per la parte che riguarda ambiente e sicurezza, e di un commercialista, nel caso si debba dimostrare il possesso della certificazione di regolarità fiscale. A meno di 10 giorni dalla scadenza il ministro del lavoro, invece, nei giorni scorsi ha scartato l’ipotesi di una proroga.

Fermare le morti La Cgia ritiene che la patente a crediti possa essere uno strumento che può agevolare l’attività degli enti pubblici preposti ai controlli: in un’unica banca dati disporranno dell’intera platea delle imprese che operano nel mondo dei cantieri, potranno monitorarla attentamente. Ma con questo nuovo strumento, difficilmente si riuscirà a ridurre pesantemente il numero degli infortuni e delle morti bianche in questo settore. Per contrastare queste tragedie, invece, bisognerebbe aumentare sensibilmente il numero dei controlli ed eseguirli con più efficacia. L’attività ispettiva, infatti, dovrebbe privilegiare i profili sostanziali di sicurezza e di salute nei cantieri, anziché soffermarsi, come spesso accade oggi, sugli aspetti formali privi di alcuna valenza preventiva. Insomma, meno meticolosità sulla completezza di documenti cartacei e relazioni tecniche, più rigore nei confronti di chi, ad esempio, ha montato un ponteggio non ancorandolo correttamente o, nei lavori in quota, non ha installato barriere anti caduta.

Gli ultimi dati disponibili sul numero di decessi avvenuti nei cantieri sono riferiti al 2022. A fronte di 127 decessi registrati nei luoghi di lavoro del Veneto due anni fa, 24 hanno interessato il settore delle costruzioni. Tra questi ultimi, ben 9 hanno riguardato addetti di imprese appartenenti agli installatori impianti.

Le nuove misure I destinatari della misura sono le imprese e i lavoratori autonomi (ovvero gli artigiani senza dipendenti) che operano nei cantieri temporanei e mobili. Tra questi ultimi rientrano i cantieri edili, quelli per realizzare le opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime e idroelettriche. Sono esclusi da questo provvedimento coloro che in questi ambienti di lavoro effettuano solo mere forniture o prestazioni di natura intellettuale.

La legge introduce un sistema di certificazione per imprese e lavoratori autonomi nei cantieri tramite il rilascio di una patente a punti, con una decurtazione degli stessi o una sospensione nel caso di incidenti. Il funzionamento è simile a quello di una patente per auto. Si parte da una base iniziale di 30 punti: nel caso si verifichino incidenti, infortuni sul lavoro e/o violazioni delle norme di sicurezza, si procede alla decurtazione.

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