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TRIBUNALE

Spunta pure il tentato omicidio

Nel processo sulle bombe che sarebbero state fatte esplodere dal gruppo razzista e xenofobo

Spunta pure il tentato omicidio

Nel processo sulle bombe che sarebbero state fatte esplodere dal gruppo razzista e xenofobo

Tutte le parti civili ammesse e rigettate le eccezioni delle difese, salvo quella relativa alla nullità dell'ispezione sui telefoni degli imputati da parte della polizia giudiziaria, accolta. In più, una ulteriore imputazione, quella di tentato omicidio, formulata in alternativa a quella di strage.

Sono le novità dell’udienza di oggi, lunedì, 30 settembre, di fronte alla Corte d’Assise di Rovigo, del processo che vede tre giovani bassopolesani, tutti tra i 21 e i 23 anni, accusati di essere i “bombaroli” che, il 31 marzo del 2023, avrebbero innescato una violenta esplosione in un complesso condominiale di Cavanella Po, dopo le 22, provocando tanti danni, ma, per fortuna, nessuna conseguenza per le persone.

Le accuse previste a loro carico nel decreto che dispone il giudizio immediato, sono pesanti: in primo luogo strage - da qui la competenza della Corte d’Assise - quindi il reato legato all’utilizzo di esplosivo.

Da oggi, in alternativa a quella di strage, è stata formulata anche quella di tentato omicidio. Il processo è, in realtà, unicamente una parte dell’inchiesta, più ampia, seguita dai carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica di Rovigo. Una attività investigativa che avrebbe gettato luce, chiaramente dal punto di vista accusatorio, sull’esistenza di una gruppo xenofobo e violento, in Bassopolesine, che avrebbe eseguito vere e proprie incursioni contro gli stranieri della zona. Aggressioni, pestaggi, tentativi di speronamento di stranieri in bici sulla strada arginale, ma anche un secondo raid esplosivo, avvenuto, nell’estate 2023, al Villaggio Tizé a Rosolina Mare. Sia questa località che Cavanella Po, infatti, sarebbero state scelte per innescare le deflagrazioni in quanto ad altissima “concentrazione” di stranieri.

Tutti episodi che, comunque, per quanto ipotizzati dall’accusa, non fanno parte di questo processo penale. Per fortuna, nessuno dei due raid esplosivi produsse conseguenze alle persone.

Per quanto concerne, poi, il procedimento penale collegato a questo, ossia quello che comprende l’esplosione al Villaggio Tizé, ma anche tutti gli altri episodi collaterali, come aggressioni e pestaggi, la Procura già a maggio aveva comunicato di avere chiuso le indagini preliminari.

Tornando all’udienza di oggi, di fronte alla Corte d’Assise, sono state ammesse le costituzioni delle parti civili: una decina di privati, tutti stranieri tranne una, e il Comune di Adria, che invoca il danno di immagine provocato dall’eco, sui media, di questa vicenda.

Ora, con Ottobre, si apre un “mese di fuoco” per il processo, che vedrà, alla luce del calendario stilato ieri in aula, una serie estremamente fitta di udienze. Sempre che le difese - affidate agli avvocati Luigi Migliorini, Marco Petternella, Anna Osti, Federico Bardelle - non scelgano di avvalersi del rito abbreviato, possibilità ancora aperta.

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