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Adria

Due noti cardiologi lasciano l'ospedale

Ibc durissima: “Troppe criticità”

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L'ospedale di Adria

Il problema sanità infiamma il dibattito politico. Emblematico quanto succede nel reparto di cardiologia dove due stimati medici, con anni di riconosciuta esperienza, hanno lasciato.

Sulle criticità legate alla sanità, in particolare sull’ospedale, interviene il movimento civico Impegno per il bene comune. “La sanità dovrebbe tornare in primo piano nelle scelte politiche – si legge in una nota del direttivo Ibc - Le criticità del servizio sanitario territoriale sono ormai sotto gli occhi di tutti, anche se qualcuno fa finta di non vedere o nasconde abilmente la testa sotto la sabbia. Le lunghe liste di attesa per le prestazioni e le fughe dei medici dal servizio sanitario nazionale verso il privato sono solo due esempi dei molti problemi che assillano la nostra sanità”.

La nota prosegue evidenziando che “l’ospedale adriese, come tante altre strutture pubbliche in Veneto, soffre per scelte non adeguate effettuate da amministratori e politici che non hanno tenuto conto della peculiarità del territorio. Le schede ospedaliere predisposte dalla Regione hanno tagliato posti letto negli ospedali pubblici a favore di strutture private, che, invece, hanno aumentato la loro capacità di ricezione”.

E ancora: “La sanità adriese, in quest’ultimo periodo, ha visto le dimissioni volontarie di due medici ospedalieri di cardiologia. Un’estenuante durata di turni, con tour de force al limite del burnout per eccesso di stress, non può essere compensata da sole rassicurazioni di essere affiancati da medici specializzandi che, in quanto tali, devono prevalentemente perfezionare il loro percorso formativo. Il risultato è che un settore così delicato come la cardiologia oggi risulta pesantemente ridimensionato, a danno e rischio di tutta la comunità”.

Pertanto secondo Ibc, “i problemi, che a cascata vivono i fruitori dei servizi sanitari, ovvero i pazienti, non sono solo relativi a carenza di medici e personale e alle chilometriche liste di attesa, ma anche alla mancanza di materiale e tempo dedicato ad affrontare un primo soccorso. Per fare due esempi: l'indisponibilità di ghiaccio istantaneo da dare a un paziente per contrastare il dolore da trauma contusivo e l'assenza di consulenza ortopedica dopo le 20, rimandata al giorno successivo, nonostante la diagnosi di frattura. Dal primo luglio, inoltre, non vi è più un referente medico specialista di riferimento per strutture e familiari con problematiche di decadimento cognitivo, per chi avesse bisogno di terapie e visite geriatiche deve rivolgersi a Rovigo”.

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