VOCE
porto viro
01.10.2024 - 08:00
Il sì è arrivato durante l’estate e il sole è proprio l’obiettivo del progetto, che mira a trasformare un lembo di terra da 6,4 ettari, adagiato in un ansa del Po di Levante a Ca’ Cappello in un impianto solare con 10.864 pannelli fotovoltaici per una potenza nominale di 6.300 kW.
A progettarlo, Renantis Italia Srl, che dopo la decisione di sottoporlo a Valutazione di impatto ambientale decisa a gennaio 2023 dalla Commissione Via regionale, aveva presentato la domanda per il rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale il 29 giugno 2023, nel frattempo ha mutato pelle “societaria”. La srl, già Falck Renewables, lo scorso gennaio ha completato l’acquisizione di Ventient Energy Services Limited, creando un gruppo da oltre un migliaio di dipendenti e con hanno iniziato a operare come un’organizzazione unica e ora hanno cambiato il loro nome in Nadara, gruppo che rappresenta uno dei maggiori produttori indipendenti di energia rinnovabile in Europa.
A fine luglio, con decreto del direttore della Direzione Ricerca innovazione e competitività energetica della Regione del Veneto, al termine dell’iter di valutazione, è stato concesso il Provvedimento autorizzatorio unico regionale al progetto. Che, come si legge negli atti progettuali, si va a collocare in un’area “in località Ca’ Cappello, in zona totalmente pianeggiante in destra idrografica del Fiume Po, a Nord-Est del capoluogo comunale, al margine orientale della zona artigianale/industriale e portuale. L’area è accessibile dalla via Stradonazzi, procedendo in direzione Est dall’innesto sulla Ss 309 Romea o dalla via Galilei Sp 64. L’area disponibile per l’intervento assomma a complessivi 64.100 metri quadri circa, al netto delle fasce di rispetto, delle distanze dai confini e delle aree non utilizzabili”. Un’area che con la variante al Piano degli interventi di Porto Viro, approvata con delibera del consiglio comunale il 13 marzo 2023, è tornata a “destinazione urbanistica di tipo produttivo per attività portuali ed industriali in generale”. L’appezzamento, incolto, sorge a fianco dell’area industriale che si trova nell’ansa del Po di Levante.
La linea di connessione alla rete di distribuzione, si precisa, “sarà realizzata con cavidotto interrato su viabilità pubblica con partenza dalla cabina di consegna posta nell’area di intervento, come da specifica tecnica di E-Distribuzione, con una lunghezza di circa 3.118 metri, fino al punto di connessione alla sottostazione di Donada”.
L’area interessata ha zone sabbiose ed è attraversata da alcuni scoli. Il progetto prevede “il mantenimento delle linee di deflusso attuali in maniera organizzata sia verso ovest che verso est, distribuendo lo scolo sulle due linee già esistenti e quindi al fosso a lato della via Stradonazzi”.
La realizzazione dell’opera è stata suddivisa in due fasi. La prima è di “livellamento del terreno”: “Il sito di intervento - si legge - presenta quote al di sotto del livello medio del mare. In considerazione anche delle linee di scolo e valutata l’escursione della falda, prossima al piano campagna, si rende necessario l’innalzamento del piano campagna attuale fino ad una quota utile minima che garantisca buone condizioni di drenaggio delle acque superficiali.Si rende quindi necessario conferire nel sito un quantitativo di materiali di riporto nella misura stimata di circa 60mila metri cubi”. Così facendo verrà innalzato di un metro il piano campagna attuale che attualmente è a -2 metri sul livello del mare, fino alla quota di via Stradonazzi. Per i lavori preparatori vengono stimati circa 2 anni.
La seconda fase, invece, è quella di predisposizione dell’area e di installazione vera e propria dei pannelli e il tempo previsto dall’avvio di questa fase fino al collaudo è di 18 settimane, poco più di quattro mesi.
L’impianto fotovoltaico sarà delimitato da una recinzione di protezione perimetrale con l’aggiunta di una siepe per mitigazione paesaggistica. Internamente saranno realizzate delle “piste di servizio”, mentre esternamente sarà realizzata una “fascia vegetazionale integrativa ad ulteriore schermatura visuale e per favorire il mantenimento della fauna e microfauna locale”.
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