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veneto
03.10.2024 - 09:51
Il fentanyl è davvero una minaccia per l'Italia? Questa è la domanda che molti si pongono alla luce delle preoccupanti notizie che giungono dagli Stati Uniti, dove la cosiddetta "droga degli zombie" sta mietendo vittime a un ritmo allarmante. Antonio Boschini, medico veronese e responsabile terapeutico di San Patrignano, ha lanciato un avvertimento che non può essere ignorato: le scene che arrivano dagli USA ricordano tristemente quelle dell'Italia degli anni Ottanta, quando l'eroina devastava vite e comunità.
San Patrignano, la comunità terapeutica per ex tossicodipendenti situata a Coriano, nel riminese, funge da osservatorio privilegiato sulle dipendenze in Italia. Boschini sottolinea che, sebbene il fentanyl non sia ancora diffuso nel nostro Paese, i rischi non devono essere sottovalutati. L'Italia, infatti, potrebbe trovarsi a fronteggiare una situazione simile a quella americana se non si adottano misure preventive adeguate.
Per comprendere la portata del problema, è utile esaminare le cause che hanno portato alla crisi del fentanyl negli Stati Uniti. Negli ultimi vent'anni, il paese ha affrontato tre "epidemie" di oppioidi. La prima è stata causata dalla prescrizione eccessiva di farmaci come l'oxycodone, spesso per disturbi banali, sotto la pressione delle case farmaceutiche. Quando le restrizioni sulle prescrizioni sono state introdotte, molti dipendenti da oppioidi hanno cercato rifugio nell'eroina. Su questo terreno fertile, il fentanyl ha trovato il modo di diffondersi rapidamente, grazie alla sua facilità di produzione e distribuzione.
Una delle caratteristiche più preoccupanti del fentanyl è la sua capacità di causare overdose anche senza iniezione. A differenza di altre droghe, può essere assunto fumandolo o per via orale, rendendo il suo consumo meno visibile e, paradossalmente, più pericoloso. Questo aspetto potrebbe ingannare molti, portandoli a sottovalutare i rischi associati al suo uso.
Attualmente, in Italia, le droghe più diffuse sono il crack e la cocaina. Il crack, in particolare, ha guadagnato popolarità perché può essere fumato, creando una dipendenza intensa e immediata. Questo tipo di consumo è spesso associato a comportamenti illegali e a una vita di solitudine e disperazione. La cocaina, invece, è spesso consumata in contesti sociali, associata all'alcol e, talvolta, alla ludopatia.
Un altro aspetto da considerare è l'impatto economico delle droghe. Nonostante l'aumento del costo della vita, le sostanze stupefacenti non sembrano essere diventate più costose. Questo rende più facile per i giovani accedere a queste sostanze, spesso utilizzando la paghetta settimanale. La diffusione delle droghe non conosce barriere sociali: gli ex tossicodipendenti ospitati a San Patrignano provengono da tutti i ceti sociali, e l'età in cui si inizia a fare uso di droghe si sta abbassando pericolosamente.
La prevenzione è fondamentale per contrastare la diffusione delle droghe. Il Ministero dell'Istruzione ha già lanciato un appello per introdurre percorsi educativi nelle scuole, mirati a sensibilizzare i giovani sui pericoli delle dipendenze. È essenziale intervenire precocemente, soprattutto sull'uso di alcol e cannabis, che spesso rappresentano la porta d'ingresso verso droghe più pesanti.
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