VOCE
L’ANALISI
04.10.2024 - 20:24
Ultimi. Qualcuno potrebbe dire: c’avrei scommesso. Però, attenzione, in questo caso essere l’ultima delle province è il miglior risultato. Perché la classifica in questione è quella dei soldi “buttati” nelle forme di gioco d’azzardo online, dalle scommesse al poker, passando per le infinite varietà di offerte presenti.
Perché soldi buttati? Perché, lo dice con certezza la matematica, il banco vince sempre. Quindi, chi gioca, perde sempre. E gli esempi di vincite eclatanti fanno ben più rumore della foresta di giocate in perdita. A fotografare il gioco online è “Il libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani. Edizione 2024”, lo studio che come ogni anno viene promosso da Federconsumatori e Cgil. L’analisi declinata sulla popolazione fra i 18 e i 74 anni, considerata la fascia di età che raccoglie la quasi totalità dei giocatori online, evidenzia nel 2023 una raccolta media pro capite nazionale pari a 1.925,83 euro. Ovvero, in media un italiano ha investito quasi 2mila euro per il gioco.
Considerando solo quello online. Un valore che oscilla dai 3.246 euro giocati in media da un abitante di Messina fino agli 874 euro, che invece sono la somma messa sul piatto da ciascun abitante del Polesine. Che, appunto, ha il valore pro capite più basso fra tutte le province italiane, meno della metà della media nazionale. E non si può nemmeno dire che sia “colpa” dei redditi più bassi, perché, come evidenzia lo studio “il motore della raccolta da remoto nazionale è territorialmente collocato al sud: in particolare in Sicilia, in Campania, in Calabria e in Puglia. Alcune evidenze provinciali significativamente al di sopra del dato medio nazionale si registrano anche a: Isernia, Teramo e a Pescara”.
Prima di esultare e di pensare “abbiamo vinto noi”, è bene però andare un po' più a fondo di questi numeri. Perché il totale dei soldi che dal Polesine sono andati nell'azzardo online è pari a ben 145.821.612 euro. Ovvero, quasi 146 milioni, una somma che fa tremare i polsi. E se è vero che dalla “spesa” va sottratto la parte di “incasso”, ovvero i 138.007.329 euro di vincite, le perdite secche, i soldi buttati al vento, sono stati ben 7.814.283 euro. Ovvero, dalle tasche dei polesani sono usciti quasi 8 milioni per il gioco d'azzardo online.
Non solo, ma se si vanno a guardare i numeri del passato, si nota come nel 2022 il Polesine avesse perso “solo” 7.079.618 euro. Quasi un milione di differenza. Anche perché, le giocate sono aumentate di oltre 6,5 milioni: nel 2022 erano state infatti pari a 139.194.465 euro, con incassi per 132.114.847. Nel 2022, la spesa media per il gioco online di un polesano era stata di 833 euro, a fronte di una media nazionale di 1.720 euro. Il dato del 2022, va detto era stato virtuoso, perché in totale controtendenza rispetto al dato nazionale dell'aumento del +8,8% di crescita media del gioco online a livello nazionale, si era registrata una flessione del -1,2% rispetto ai circa 141 milioni euro che erano stati giocati nel 2021.
Tuttavia, è bene ricordare anche un altro aspetto. Che qui si parla solo di una fetta della grande torta del gioco d’azzardo. Di quella del gioco fisico, ovvero non online, non è possibile avere il dato provinciale certificato, perché i report di questo tipo dell'Agenzia Monopoli si fermano al 2019. Anche perché, come sottolineato dalla stessa Federconsumatori, “dal 2020 è in vigore una norma nazionale che, incomprensibilmente, vieta la diffusione dei dati locali dell’azzardo relativo alle cosiddette 'macchinette', le Awp e le Vlt. Una limitazione ingiusta, che danneggia tutti coloro che lavorano alla comprensione ed al contenimento dell’azzardo, a partire dalle Aziende Sanitarie e dalle Amministrazioni locali”.
La fotografia del 2019, per quanto sfuocata e relativa ad una fase precedente al Covid, che ha comunque modificato i comportamenti anche su questo fronte, dà comunque un’immagine più che significativa ed eloquente: ben 415.555.601 euro, infatti, il volume delle giocate, con 94.290.325 andati persi. Secondo l’analisi di Avviso Pubblico su questi dati, nel 2019 in Polesine, fra scommesse, gratta e vinci, lotterie, e macchinette, senza contare l’online, un abitante con più di 18 anni ha perso mediamente 463 euro. La somma più alta pro capite per provincia, dopo Prato, Teramo e Como. Di gran lunga la più alta del Veneto, anche prima di Venezia, 22esima con 393 euro. Ma la perdita è il giocato al netto delle vincite. E, proprio il giocato, vede il Polesine terzo in Italia, dopo Prato e Teramo con 2.042 euro spesi da ciascun abitante maggiorenne, rispetto alla media nazionale di 1.463 euro e veneta di 1.488 euro. Senza azzardare scommesse, viene da pensare, quindi, che il dato del gioco online in Polesine sia al di sotto delle medie nazionali, perché invece è più alta la propensione al gioco nei canali tradizionali. Propensione che, tendenzialmente nel 5% dei giocatori sviluppa forme patologiche, anche se ancora solo una persona sulle dieci colpite da ludopatia si affida al Serd.
Nel Libro nero si aggiunge ancora: “Con la Finanziaria 2020 si è introdotto l’incomprensibile divieto di diffusione dei dati di dettaglio del gioco fisico, delle slot in particolare; numeri che sono indispensabili a tutti coloro che operano nel territorio per valutare l’esatta dimensione dell’offerta, per il contenimento dei danni portati dall’azzardo alla salute ed alle condizioni materiali delle parti più deboli della popolazione. Non solo, AdM rende pubblici i pur insufficienti dati generali con un ritardo enorme: quest’anno il Libro Blu 2022 è stato presentato a febbraio 2024. Inoltre, sorprendentemente, ha ritenuto quest’anno di estendere il divieto di diffusione dei dati ad altri giochi fisici ‘per tutelare le imprese del settore’. Siamo di fronte ad un’assenza di trasparenza che deve essere sanata al più presto. L’azzardo legale in Italia deve diventare una casa di vetro, e va respinta con decisione l’idea che siano da tutelare innanzitutto gli interessi economici delle ricchissime imprese del settore, in luogo di quelli dei cittadini”.
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