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I rodigini: “Guerra vicina, stiamo attenti”

“Quei conflitti si sentono anche qui. Il futuro inquieta, soprattutto per i nostri giovani”

I rodigini: “Guerra vicina, stiamo attenti”

“Quei conflitti si sentono anche qui. Il futuro inquieta, soprattutto per i nostri giovani”

I venti di guerra, a discapito della parola, sono vere e proprie bufere che, ormai da tre anni a questa parte - ricordando l’inizio del conflitto russo-ucraino, fino a quello del medio oriente attuale - hanno investito l’opinione mediatica, diplomatica e politica di tutto il mondo.

Dato il recente escalation in Libano degli ultimi giorni, l’anniversario del conflitto israelo-palestinese, 7 ottobre è sorvegliato speciale per il timore di manifestazioni non autorizzate sul territorio nazionale. Previsti infatti, specie nelle grandi città, cortei e proteste non segnalate che hanno già fatto metter in moto pronte misure di contenimento per la sicurezza pubblica. Spostandosi verso l’Est Europa la situazione sembra non migliorare: dopo ormai tre anni, anche il conflitto Mosca-Kiev non mostra segnali di miglioramento e rappacificazione.

Sono ancor possibili risoluzioni pacifiche, di mediazione? E’ la domanda che attanaglia il cuore di molti, specie dei cittadini che, anche se geograficamente lontani dalle zone interessate dai conflitti, non posso non negare l’influenza di queste guerre nella vita comune, nell’informazione e nei risvolti economici del caso. Sono d’accordo i rodigini: davanti a questo, non ci si può sentire “troppo distanti”, al preoccupazione rimane e rischia di accentuarsi per ulteriori aggravamenti della situazione.

“Sono preoccupato, l’Ucraina è praticamente alle porte e il Medio Oriente pure, l’Italia potrebbe esser interessata” spiega Alfredo, aggiungendo: “La preoccupazione c’è anche, dall’oggi al domani la situazione potrebbe sfuggire di mano i nostri governanti”.

Dello stesso parere è anche Alessandra: “Li sento vicini, sono preoccupata, c’è stata una escalation molto veloce. Conosco un ragazzo israeliano, so cosa può significare avere delle persone che abitano in quelle zone, che siano palestinesi o israeliani. E’ una guerra che i semplici cittadini non vogliono , è molto politica”.

Carla evidenzia anche il ruolo e le conseguenze di questi conflitti per i giovani e il futuro: “Sì, sono preoccupata, è vicino. Soprattutto se si pensa al futuro dei nostri figli, specie per coloro che sono dell’età per essere chiamati in guerra”.

Molta preoccupazione, in particolare per come la situazione si sta aggravando, anche secondo Mario: “Si sente che c’è la guerra, sia per l’informazione che per le notizie. Siamo preoccupati per Israele e tutte le altre guerre, siamo proprio in prima linea” e conclude: “Si pensa a tutte le contromosse, alle conseguenze anche economiche. Penso che dentro l’animo di ognuno di noi ci sia un retrogusto amaro per questa situazione”. Rimarcando anche gli interventi di rappacificazione, con una triste consapevolezza commenta: “Il papa fa i suoi appelli al cessate il fuoco ma rimangono inascoltati”.

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