VOCE
Adria
09.10.2024 - 07:14
“La situazione critica registrata all’unità operativa di cardiologia di Adria, con le dimissioni dei medici Gabriele Braggion a luglio e Stefano Perilli a fine agosto, richiedeva una soluzione urgente e concreta: una riorganizzazione provinciale basata sui dati reali dei due distretti sanitari di Rovigo e Adria”: è la presa di posizione del Movimento 5 stelle adriese su quanto sta accadendo a Santa Marina Regina degli Angeli.
“Questa proposta - prosegue la nota M5s - avrebbe dovuto essere implementata già un anno fa, quando l’allora referente della cardiologia presentò la richiesta di pensionamento, in un contesto in cui il numero di medici cardiologi era già ridotto da 6 a 4, aggravato da un elevato accumulo di congedi non goduti. E’ doveroso ricordare che una riorganizzazione provinciale simile era stata applicata con successo in passato dall’allora direttore generale Compostella, in una situazione analoga nel reparto di oncologia, dopo aver ascoltato le preoccupazioni espresse. Al contrario - prosegue M5S - sotto la direzione Girardi, non è stato possibile instaurare lo stesso dialogo, nonostante i due medici avessero più volte sollevato la questione con il responsabile della cardiologia di Rovigo, lo stesso direttore generale oltre al sindaco di Adria”.
Il caso approderà a Palazzo Ferro-Fini con un’interrogazione che sta preparando Erika Baldin, consigliera regionale grillina e componente della V commissione sanità e sociale. “La mancata riorganizzazione provinciale - spiega - può avere conseguenze significative non solo sull’organizzazione interna dell’unità, ma anche sulla qualità del servizio offerto, sulla motivazione del personale e sulla percezione dell'unità da parte della comunità e dei pazienti. L’idea di risolvere il problema ricorrendo a medici delle cooperative o specializzandi in formazione, esternalizzando così i servizi, significa compromettere gravemente la qualità dell’assistenza sanitaria offerta. La professionalità, la conoscenza e la responsabilità di medici strutturati e integrati nelle realtà ospedaliere non possono essere sostituite da soluzioni temporanee e meno qualificate”.
Prosegue la consigliera regionale: “Attualmente, l’unità operativa di cardiologia sta accogliendo un numero limitato di pazienti, pertanto è urgente e fondamentale comprendere quali saranno le reali prospettive per il futuro di questo servizio cruciale, al fine di garantire alla comunità un’assistenza sanitaria di alta qualità e preservare l’efficienza delle strutture esistenti”.
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