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Idrovie, scommessa da 1,4 miliardi

La stima dei benefici economici delle reti navigabili entro il 2030 lascia a bocca aperta

Idrovie, scommessa da 1,4 miliardi

“Grazie all’attivazione delle filiere di fornitura, la valorizzazione dell’idrovia potrebbe raggiungere un valore totale di oltre 1,1 miliardi di euro di valore aggiunto. Allo stesso modo, l’occupazione totale includerebbe 3.500 occupati. Il trasporto idroviario consuma 1,3 litri di gasolio per tonnellata/chilometro: se i 4 milioni di tonnellate di merci aggiuntive viaggiassero su idrovia si abiliterebbe un risparmio di 100mila tonnellate di Co2 e 17 milioni all’anno. Nel complesso, i benefici economici netti delle reti navigabili italiane sono stimati ammontare a circa 1,4 miliardi entro il 2030”.

L’industria italiana, a partire dal cuore pulsante del lombardo-veneto, sembra pronta a giocarsi la carta dell’acqua, perché, a conti fatti, le idrovie offrono vantaggi economici oltre che ambientali e sociali, e il Polesine deve sapersi giocare tutte le proprie carte. Per non fare un altro buco nell’acqua nella corsa allo sviluppo. In un simile scenario non solo l’idrovoia Fissero-Tartaro-Canalbianco può e deve essere la spina dorsale di un nuovo sviluppo ma anche Rovigo, con il suo Interporto, può tornare a giocare un ruolo da ptotagonista. Tanto più con le maggiori opportunità offerte dalla Zls.

A ribadirlo è anche il quotidiano di Confindustria, il Sole 24 Ore, che torna sul rapporto “La Rete Navigabile Italiana: una nuova risorsa per il Paese”, realizzato da The European House - Ambrosetti per Confindustria Veneto Est e Confindustria Mantova, in collaborazione con Provincia di Rovigo, Provincia di Mantova, Infrastrutture Venete, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Interporto di Rovigo, presentato in anteprima all’incontro del 3 giugno scorso proprio all’Interporto di Rovigo, alla presenza del viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi.

Nella ricerca si rimarca come il “tassello chiave del sistema idroviario interno in Italia è il Fissero-Tartaro-Canalbianco- Po di Levante unico a garantire la navigabilità a scopo commerciale per 365 giorni all’anno nella tratta Mantova - Mar Adriatico. Nella logica della decarbonizzazione dei sistemi di trasporto, i porti interni fra Venezia Rovigo e Mantova giocano un ruolo chiave, non solo per caratteristiche dimensionali dei vettori impiegabili nella navigazione fluviale che si prestano a trasformazioni per l’alloggiamento dei nuovi propulsori ad idrogeno o elettrici, ma possono costituire i terminal di partenza e arrivo dei combustibili fossilfree che si prevede essere prodotti in paesi extra-UE e che attraverso le idrovie ed il sistema fluvio-marittimo, penetrano negli areali industriali di maggior consumo di tali nuovi combustibili sparsi nelle città industriali della valle del Po serviti dal sistema idroviario”.

La consigliera regionale Laura Cestari rimarca come “il dossier rilanciato dal più autorevole quotidiano economico italiano, conferma come sia una leva di sviluppo territoriale senza uguali in Italia e che, evidentemente, rappresenterebbe un volano per l’intera economia del nostro Polesine. Lo sblocco, grazie al Governo e all’azione della Lega, della Zls, è la cornice normativa ideale nella quale collocare questa opportunità per le aziende del nostro territorio. Anche perché, come noto, la Regione Veneto, grazie al lavoro dell’assessore Elisa De Berti, si sta impegnando molto su questo fronte, con investimenti strategici sulle infrastrutture come, ad esempio, il completamento del ponte sul canale di Rosolina. L’insieme di queste azioni in un contesto del genere, può rendere il nostro Polesine estremamente attrattivo per investimenti ed opportunità di crescita”.

Come rimarcato da Confindustria veneto Est “la filiera estesa del sistema idroviario, che ha nell’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante un elemento chiave, coinvolge 25 macro-settori economici e genera un valore aggiunto di quasi 500 milioni di euro per il territorio, circa il 3% del Pil delle province di Rovigo e Mantova. Nonostante incida solo per lo 0,1% dei volumi di merci trasportate, rispetto a una media di oltre il 20% nei primi 5 Paesi benchmark europei, le merci transitanti per il sistema idroviario sono aumentate del +160% dal 2015 ad oggi, grazie ai fondi stanziati e al collegamento con Chioggia. L’efficace messa a terra degli investimenti programmati potrebbe generare benefici economici netti pari a 1,4 miliardi entro il 2030 riconducibili alle reti navigabili italiane. A ciò si aggiungono i benefici ambientali. Il settore dei trasporti incide per oltre il 30% dei consumi energetici italiani: per raggiungere i target di decarbonizzazione europei, è richiesta una crescita del +25% del trasporto idroviario comunitario. In questo scenario, il sistema idroviario del Nord Italia, grazie al suo potenziale supporto ai target di decarbonizzazione, si trova dinanzi ad una opportunità di rinascita. Se verranno superati i colli di bottiglia normativi, infrastrutturali e perseguito un piano di medio-lungo termine per il settore idroviario: superamento criticità normative, incentivi pubblici aggiuntivi agli investimenti privati, per esempio bonus sul carburante ‘verde’, digitalizzazione, sostegno ai distretti industriali lungo l’asta navigabile, come le Hydrogen Valley di Porto Marghera e di Valdaro a Mantova”.

Per un vero passo avanti, resta la questione dei “colli di bottiglia” che impediscono la navigazione della V classe. Come ha spiegato Alessandra Grosso, direttore generale di Infrastrutture Venete, la società partecipata al 100% dalla Regione Veneto che gestisce le infrastrutture di navigazione interna del Sistema idroviario Padano Veneto, nel suo intervento all’Interporto, durante la presentazione dello stusdio, “come Infrastrutture Venete siamo già a lavoro per vincere le sfide infrastrutturali e normative che, come cita lo studio, impediscono lo sviluppo dell’asta navigabile con particolare riferimento al settore commerciale. Con un investimento di oltre 25 milioni, una parte dei finanziamenti derivanti da bandi Ue che ci siamo aggiudicati, entro il 2030 porteremo a termine 6 interventi finalizzati a eliminare le interferenze infrastrutturali utili a consentire il transito delle imbarcazioni di grandi dimensioni attualmente impedito. Si tratta degli interventi sul ponte stradale Rantin, il ponte della ferrovia Rovigo-Chioggia, il ponte stradale Cala del Moro, il ponte stradale di Trecenta, il ponte ferroviario di Arquà Polesine e infine il ponte stradale di Zelo. Sul fronte degli investimenti manutentivi, stiamo ultimando il progetto che prevede interventi di dragaggio per 2,4 milioni di euro specificatamente su tre punti: Adria, Torretta e Interporto di Rovigo con quota scavo di 3,5 metri a cui vanno aggiunti ulteriori 1,5 milioni di investimenti per interventi sulle conche di navigazione. Sul fronte dell’ottimizzazione dei tempi di utilizzo del sistema idroviario evidenziata dallo studio, abbiamo portato avanti attività di manutenzione straordinaria di 4 conche di navigazione: Torretta Veneta, Canda, Bussari, Baricetta e, in collaborazione con Aipo, la Conca di Trevenzuolo”.

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