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Investito e ucciso a 15 anni: pena di un anno

Falciato in monopattino, il conducente dell'auto patteggia

Investito e ucciso a 15 anni: pena di un anno

Il 10 ottobre, un 24enne di Bovolone ha patteggiato una condanna a un anno di reclusione con pena sospesa e alla sospensione della patente per due anni, per l'omicidio stradale di Samuele Brognara, un quindicenne investito e ucciso lo scorso anno nella vigilia di Pasqua.

L'incidente è avvenuto mentre Samuele viaggiava in monopattino lungo la Provinciale 20, in direzione di Vallese di Oppeano. Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dalla Procura di Verona, il 24enne si trovava al volante di una Peugeot 208 quando, per cause ancora in fase di approfondimento, ha tamponato il monopattino di Samuele. Il Pubblico Ministero ha evidenziato che il giovane si stava muovendo in prossimità del margine della carreggiata, in direzione opposta rispetto all’automobile.

L'impatto è stato violento, tanto che Samuele è stato proiettato sul cofano della vettura, sfondando il parabrezza e cadendo rovinosamente sull'asfalto. Nonostante i soccorsi tempestivi, per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. La dinamica dell'incidente ha spinto il magistrato a iscrivere l'automobilista nel registro degli indagati e a chiedere il rinvio a giudizio. Tuttavia, il giovane ha scelto di avvalersi della possibilità di patteggiare, ottenendo così una pena di un anno.

La decisione di patteggiamento ha sollevato forti emozioni e reazioni tra i familiari della vittima. Mirela, la madre di Samuele, insieme al padre Corrado, alla sorella maggiore Jessica e al nonno Ioan, ha espresso il proprio dolore e la propria delusione per la sentenza. Pur essendo stati risarciti integralmente dalla compagnia assicurativa, la famiglia si aspettava una risposta più severa da parte della giustizia penale.

Mirela ha condiviso la propria amarezza, sottolineando come la pena inflitta non riesca a restituire loro il figlio e come le leggi italiane non tutelino adeguatamente le vittime. "Mio figlio non me l’avrebbe comunque restituito nessuno, ma ci aspettavamo una pena decisamente più severa", ha dichiarato con voce rotta dalla commozione. Ha poi aggiunto che la strada non è un luogo da prendere sottogamba e ha esortato a una maggiore attenzione e rispetto delle regole stradali.

La madre ha evidenziato il rischio di incidenti causati dalla disattenzione degli automobilisti, in particolare nei confronti dei giovani, che spesso non considerano le conseguenze delle proprie azioni al volante. "Purtroppo le leggi non tutelano le vittime e non prevedono condanne adeguate per i responsabili degli incidenti. In questo modo non fungono neppure da esempio e monito per gli altri utenti della strada", ha concluso Mirela, evidenziando un tema che sta sollevando un ampio dibattito nella società.

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