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"Medici sottopagati e aggrediti sempre più spesso"

Per Noce non basta l'eliminazione del numero chiuso

"Medici sottopagati e aggrediti sempre più spesso"

Accesso libero alla facoltà di medicina: questa la proposta che è passata con il via libera della settima commissione del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso a corsi di laurea inerenti l’abito medico, ma secondo Francesco Noce, presidente dell’ordine dei medici di Rovigo, non basta poiché si verrà comunque valutati in itinere, ma dopo soltanto un semestre ed essere valutati idonei dopo sei mesi non può far capire se uno studente diventerà o meno un bravo medico.

“Sono diversi anni - commenta Noce - che noi denunciamo che sarebbero venuti a mancare medici, ma anche infermieri, al punto tale da trovarsi in una situazione di vera difficoltà. Non è mai stato fatto nulla per ovviare a questo e la situazione con il tempo è peggiorata perché, oltre a non trovare soluzioni per l’incremento delle figure professionali che servono, quella del medico è una professione che in Italia è diventata molto poco attrattiva. Si pensi che all’estero negli ultimi anni sono andati a lavorare ben diecimila medici. Se ci fossero quei diecimila medici qui, queste carenze non ci sarebbero”.

E aggiunge: “L’accesso libero alla facoltà di medicina, innanzitutto è un accesso libero limitato perché hanno aumentato il numero dei posti negli atenei, ma dopo il primo semestre c’è una rivalutazione per vedere chi può andare avanti. E questo non va bene se si pensa che durante il primo anno si improntano solo le basi con materie come chimica o fisica, ma non si affrontano le materie in ambito clinico. Questo significa che è solo un escamotage che non risolverà il problema, come non lo erano i test d’ingresso che avrebbero dovuto essere riformulati”.

“Ai miei tempi - ha commentato il presidente dell’ordine - le cose erano diverse perché l’accesso era libero, ma il percorso era suddiviso in bienni. Se non li superavi, dovevi ripetere gli anni. Così molti cambiavano e rimanevano quanti volevano davvero dedicarsi allo studio. Oggi la situazione non è per niente semplice. Quello di cui si sta parlando adesso, non so se avrà così grande successo per le finalità che sono state dette”.

Infine, una riflessione sulla crisi che la professione medica sta subendo in questo momento storico: “I compensi economici per i medici oggi non sono più adeguati. Ma non è solo una questione economica, è anche una gratificazione personale che viene a mancare. I medici sono diventati il capro espiatorio di tutte le deficienze del sistema e non sono nuovi gli atti di violenza nei confronti dei professionisti della sanità. Si pensi a specializzazioni come la medicina di emergenza urgenza che oltre a non avere gratificazione economica, non ha nemmeno la gratificazione professionale. E poi pensiamo alla crisi anche che sta toccando i medici di famiglia".

"Quando vengono indette le borse di studio per medicina generale, si presentano metà candidati. Questo è preoccupante perché di medici di base ne mancheranno sempre più e i nuovi entrati non basteranno a compensare le pensioni, tanto è vero che si chiede di rimanere fino a 72 anni. Dobbiamo aspettare che chiedano di arrivare a 80 anni o che tutti i medici vadano in burn-out prima di un cambiamento?”

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