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il caso
17.10.2024 - 07:17
Il Senato italiano ha recentemente approvato una legge che trasforma la maternità surrogata in un reato universale, suscitando un acceso dibattito politico e sociale. Con 84 voti favorevoli e 58 contrari, il disegno di legge, promosso dalla deputata di Fratelli d'Italia Carolina Varchi, è stato accolto tra tensioni e polemiche. Ma cosa significa realmente questa nuova normativa e quali sono le sue implicazioni?
La nuova legge modifica l'articolo 12 della legge 40 del 2004, che già vietava la maternità surrogata in Italia. Ora, la proibizione si estende anche ai cittadini italiani che ricorrono a questa pratica all'estero, in paesi dove è legale. La pena prevista va da tre mesi a due anni di reclusione, con una multa che può variare da 600.000 a un milione di euro. Questo provvedimento ha suscitato reazioni contrastanti tra le forze politiche e la società civile.
La seduta del Senato è stata caratterizzata da un clima di tensione, con interventi accesi da entrambe le parti. Le opposizioni hanno criticato duramente la legge, definendola un attacco alle coppie omosessuali e un esempio di "furore legislativo". Elisa Pirro del Movimento 5 Stelle ha sottolineato come i reati universali siano tali solo quando riconosciuti dalla comunità internazionale, non per decisione unilaterale di un singolo paese. Dall'altro lato, la maggioranza ha difeso il provvedimento come un passo necessario per tutelare la dignità delle persone. Pierantonio Zanettin di Forza Italia ha cercato di chiarire che non si tratta di un vero e proprio "reato universale", ma di una misura che punisce i cittadini italiani che violano la legge all'estero.
Molti giuristi hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità della legge. L'avvocata Francesca Re dell'Associazione Luca Coscioni ha evidenziato come la norma violi il principio di legalità sancito dall'articolo 25 della Costituzione italiana. Secondo Re, una condotta può essere punita anche se compiuta all'estero solo se è inequivocabilmente riconosciuta come reato, il che non è il caso della maternità surrogata in molti paesi.
Il dibattito parlamentare ha messo in luce le divisioni all'interno del centrosinistra riguardo alla maternità surrogata. Valeria Valente del Partito Democratico ha definito la mancanza di un vero confronto un'occasione persa, mentre Elisa Pirro ha criticato la restrizione della libertà delle donne di scegliere. Beatrice Lorenzin, pur votando con il suo partito, ha sollevato la questione della libertà e della dignità delle donne.
La legge ha sollevato anche questioni di diritti umani e libertà individuali. Le opposizioni hanno sottolineato come la norma penalizzi non solo le coppie che ricorrono alla maternità surrogata, ma anche i bambini nati attraverso questa pratica, stigmatizzandoli ingiustamente. Susanna Camusso ha ribadito che le donne dovrebbero avere il diritto di scegliere, criticando l'approccio paternalistico della destra.
La legge sulla maternità surrogata come reato universale rappresenta un punto di svolta nel panorama giuridico italiano, ma solleva anche numerosi interrogativi. Mentre il governo rivendica la difesa della dignità umana, le critiche sulla sua applicabilità e costituzionalità restano aperte. In un mondo sempre più globalizzato, la sfida sarà trovare un equilibrio tra il rispetto delle leggi nazionali e i diritti individuali riconosciuti a livello internazionale.
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