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ECONOMIA
23.10.2024 - 19:15
Lieto fine dopo quasi 25 anni: la macroarea, “favola” che aveva fatto sognare lavoratori e imprese nel 2000, dopo il periodo buio del fallimento nel 2018 e il conseguente oblio ora, grazie all’impegno di Confindustria Veneto Est, delle amministrazioni comunali di Arquà Polesine, Villamarzana e degli investitori, torna ad essere realtà: ripartono gli interventi di urbanizzazione della macroarea, simbolo di un’opportunità, tutta polesana, a due passi dall’autostrada A13.
A scrivere il nuovo capitolo di quel sogno, da cinque anni ormai insperato, è stata la firma del verbale tra Sch srl (soggetto attuatore) e l’impresa vincitrice dei lavori, unitamente ai grandi sforzi della “regia” di Confindustria Veneto Est al tavolo con investitori, aziende, amministrazioni e opere di completamento dell’intera zona.
“Grazie alla sinergia tra pubblico e privato, siamo riusciti a scrivere una storia diversa del destino di quest’area”, ha esordito Paolo Armenio, vicepresidente di Confindustria Veneto Est, durante la conferenza stampa di ieri mattina. Spiegando la delicata, quanto intricata, vicenda burocratica che ruotava intorno al destino della zona, ha aggiunto: “Il Polesine ha davanti a sé molte sfide: quest’area, con i suoi 1,5 milioni di metri quadrati e i 1.500 posti di lavoro, stimati dalle aziende investitrici, indica la capacità del nostro territorio di essere competitivo nell’attrarre investimenti”.
La lunga vicenda, durata quasi due decenni, come illustrato da Massimo Barbin, direttore della sede di Rovigo di Confindustria Veneto Est, era considerata ormai un’impresa titanica, una “mission impossible”. Questo perché, nel 2018, la società che aveva in gestione la macroarea era fallita e da lì era iniziato un lungo periodo di inattività e perdita di credibilità, specie per i nuovi investitori.
Per il completamento dei lavori, che ammontavano circa a due milioni di euro, hanno concorso le stesse aziende e gli investitori dell’area, Intesa San Paolo e il Comune arquatese. All’appello, nella lunga lista degli interventi da eseguire, c’erano infatti: i collegamenti stradali tra gli stabilimenti, le reti fognarie e idriche, il manto dell’asfalto e le procedure burocratiche che, come ricordato da Barbin: “In più di 20 anni di discussione, sono cambiate e necessitavano di cambiamenti, quali il ridisegno del progetto esecutivo, nuove autorizzazioni, collaudi e varianti in corso d’opera”.
Le nuove speranze, sorte nel febbraio scorso con il conferimento del mandato, da parte dei proprietari al nuovo attuatore per procedere all’affidamento dei lavori, sono proseguite a giugno con le due convenzioni con i Comuni di Arquà e Villamarzana, per arrivare a pochi giorni fa quando le ruspe hanno fatto il loro ingresso per completare il manto stradale.
“L’ultimo manto di asfalto è stato realizzato, dopo i collaudo finale, procederemo alla restituzione della macroarea alle relative amministrazioni, in linea di massima entro il 2025 il progetto sarà terminato”, ha sottolineato Barbin per concludere quella che ha definito “una sfida personale, ora concretizzata”.
Plauso e soddisfazione per il raggiungimento di questo traguardo anche da parte dei due primi cittadini di Arquà e Villamarzana, rispettivamente, Enrico Serafin e Daniele Menon. “E’ un risultato possibile grazie all’unità d’intenti instaurata con l’amministrazione di Villamarzana, Confindustria Veneto Est, a Carlo Schiavolin, titolare della ditta Sch srl, che si è assunto la responsabilità non scontata di soggetto attuatore, e a tutte le ditte private insediate nella macroarea che hanno creduto alle potenzialità del nostro territorio”, ha rimarcato Serafin, seguito da Menon: “Auspico che, completati i lavori, le aziende dell’area realizzino quanto si sono prefissate per offrire così posti di lavoro”.
Opportunità di occupazioni importanti, specie per uno snodo logistico come quello in cui è ubicata l’area: 18 le imprese attese, tra queste anche grandi nomi multinazionali quali Ikea, e tanti settori coinvolti, dalla logistica alla metalmeccanica, dalla chimica alla movimentazione dei materiali, passando per l’edilizia e le materie plastiche. L’alba su un nuovo polo trainante per occupazioni e economia polesana va al passo della sinergia: “Amiamo la politica del fare - conclude Barbin - anche se tra molte difficoltà, siamo felici del risultato che abbiamo ottenuto e di poter dire oggi di avercela fatta”.
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