VOCE
rovigo
23.10.2024 - 07:50
“La figura del custode in subappalto? Non esiste”. Aldo Guarnieri, avvocato e volontario dell’associazione Una che gestisce l’oasi felina di via De Polzer, è categorico: sulle vicissitudini dei 32 gatti che dallo scorso 9 agosto sono ospitati nella struttura gestita dai volontari dopo il sequestro del’8 agosto (erano 42 ma sei sono andati in affido, tre sono deceduti e uno andrà in adozione a breve) non le manda a dire.
Il casus belli che ha fatto infuriare i volontari di Una, rappresentati da Silvia Quaglio, questa volta è la pec ricevuta lunedì dal Comune, custode giudiziario dei gatti oggetto del sequestro, con la quale propone all’associazione l’affido in custodia giudiziale dei felini. Ma a sconvolgere ancor più i volontari che da agosto hanno visto raddoppiare i carichi di lavoro è l’alternativa proposta dal Comune: “Si chiede gentilmente di fornire riscontro alla presente proposta entro tre giorni dal ricevimento della presente – si legge nella pec - segnalando che, in difetto, si procederà all’immediata liberazione dei gatti in colonie feline”.
E’ questa prospettiva a mandare su tutte le furie l’associazione: “I gatti del sequestro sono del Comune - tuona Guarnieri - non possono scaricarli all’associazione che comunque è sempre stata disponibile a prendersene cura. Più volte abbiamo sollecitato affinché vengano fatti degli accertamenti di tipo sanitario sui gatti, farci avere dei mezzi di sussistenza, microcipparli, fare schede e foto di riconoscimento. Non abbiamo mai ricevuto niente di tutto questo. Anzi, alcune foto sono state fatte ma ci è stato detto che erano venute mosse. Ci rendiamo conto?”.
Dal canto suo, Quaglio incalza: “Non sono mai stati effettuati i test per capire se i gatti erano Fiv/Felv positivi. Nel caso, potrebbero contagiare altri gatti”. Ad ogni modo, i volontari, che dallo scorso 9 agosto hanno già speso circa 5mila euro di tasca propria per i gatti in questione, non hanno alcuna intenzione di lasciare che vengano liberati.
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