Cerca

L’EVENTO

Rovigo in rosa: in città torna il Giro

Venerdì 23 maggio il capoluogo ospiterà la partenza di tappa: non succedeva dal 1946. Nella storia cinque traguardi e altrettanti start.

Rovigo in rosa: in città torna il Giro

Mario Cipollini vince la storica tappa del 2001 sul Corso.

Venerdì 23 maggio. E’ questa la data da segnare in rosso sul calendario. Non solo per gli appassionati di ciclismo, perché il Giro d’Italia è molto più di un evento sportivo: è un pezzo di storia civile del Paese. Che quel giorno, venerdì 23 maggio del prossimo anno, scriverà una nuova pagina.

Rovigo riabbraccia il Giro. L’ufficialità non c’è ancora, ci sarà soltanto nel pomeriggio del 12 novembre quando a Roma verrà alzato il sipario sull’edizione 108 della “corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo”. Bocche cucite a palazzo Nodari, ma tra gli addetti ai lavori, e online sui siti degli appassionati, le indiscrezioni sulla prossima corsa rosa sono numerose, e particolarmente accurate.

Quasi certo, nel dettaglio, l’itinerario nel Nordest. Che si aprirà proprio a Rovigo: la dodicesima tappa partirà da qui, in direzione Vicenza, dove arriverà probabilmente in salita a Monte Berico. Il giorno dopo, nella simbolica data del 24 maggio, il Giro attraverserà il Piave, partendo da Treviso per arrivare a Nova Gorica, nella Slovenia del fenomeno Pogacar. Domenica 25 maggio da Fiume Veneto ad Asiago scalando il Monte Grappa, e il capoluogo dell’Altipiano sarà anche la sede del giorno di riposo di lunedì 26 prima di ripartire, martedì, da Piazzola sul Brenta in direzione Trentino, verso la terza e decisiva settimana che precederà la passerella di Roma destinata ad incoronare il vincitore.

Rovigo, dunque, si prepara ad essere città di tappa e ospitare il villaggio partenza. Sarà (soltanto) la quinta volta nella storia, come cinque sono stati anche i traguardi. Ma l’ultima partenza risale addirittura al 1946. Dopo 79 anni, dunque, il gruppo prenderà di nuovo le mosse dalla città delle rose. Non ci sono ancora i dettagli operativi: i sopralluoghi tecnici verranno fatti dall’organizzazione soltanto nelle prossime settimane, ma la partenza da Rovigo appare ormai sicura.

Riavvolgendo il nastro della storia, bisogna tornare - come detto - alla 29esima edizione della corsa, quella del 1946, per ritrovare una partenza da Rovigo. Il 29 giugno nel capoluogo del Polesine arrivò l’11esima frazione: vinse Oreste Conte, con il faentino Vito Ortelli che conservò la maglia rosa. Il giorno dopo, il 30 giugno, l’ultima partenza da Rovigo (almeno fino al 2025): quella che prese le mosse all’ombra delle Due Torri fu però una tappa funestata da una violenta protesta che costrinse l’organizzazione a fermare la gara e neutralizzare la corsa.

Ad appena 14 mesi dalla fine della guerra, infatti, quella 12esima tappa partita da Rovigo avrebbe dovuto raggiungere Trieste: non ci arrivò mai. A due chilometri da Pieris (il paese nel goriziano dove soltanto 12 giorni prima era nato Fabio Capello) un gruppo di manifestanti che rivendicava l’annessione di Trieste alla Jugoslavia di Tito bloccò la corsa, bersagliando i corridori con pietre e chiodi ed ostruendo la strada con blocchi di cemento. Ne esplose un conflitto a fuoco con la polizia americana, con un militare ferito. La tappa fu dichiarata conclusa, anche se alcuni corridori, capeggiati dal triestino Giordano Cottur, si fecero scortare fino a Trieste dove entrarono trionfalmente. Gli altri, compresi Coppi e Bartali, ripiegarono più prudentemente su Udine, sede della partenza successiva. Una tappa, quella del 2 luglio, vinta ad Auronzo di Cadore da Fausto Coppi, con Gino Bartali che conquistò invece la rosa che tenne poi fino a Milano.

Per Rovigo, quella del 1946, fu la quarta volta da sede di tappa: all’epoca i trasferimenti erano ancora molto rari, e in tutti e quattro i casi in città si celebrarono sia l’arrivo che la successiva partenza.

La prima volta fu nel 1913, quinta edizione del Giro di sole 9 tappe. La penultima, il 20 maggio, da Ascoli arrivò a Rovigo: dopo 413 (massacranti) chilometri vinse il crespinese Lauro Bordin (che nel 1914 conquistò il prestigiosissimo Giro di Lombardia), mentre Carlo Oriani strappò la maglia rosa a Giuseppe Azzini, confermandola poi il giorno dopo al termine dell’ultima frazione, che da Rovigo arrivò a Milano.

Saltiamo al 1930. Dodicesima, e quartultima, tappa: da Forlì a Rovigo vince Michele Mara. Il giorno successivo, 4 giugno, il gruppo riposa in città, per ripartire giovedì 5 in direzione Asiago. In maglia rosa sempre Luigi Marchisio, che vinse quell’edizione guidando la classifica dalla terza all’ultima tappa.

Cinque anni dopo, 1935, ancora Rovigo protagonista. La terza tappa, da Mantova a Rovigo, venne vinta dal grande Learco Guerra, che aveva dominato l’edizione precedente della corsa rosa. Guerra si aggiudicò anche la quarta tappa, che - partita da Rovigo - si concluse a Cesenatico. Quel Giro, però, lo vinse Vasco Bergamaschi.

Dopo la guerra ecco il funesto 1946. Poi, per Rovigo, più niente, con l’eccezione dell’epico 2001: 28 maggio, nona tappa, da Reggio Emilia a Rovigo. Traguardo in piazza Matteotti: re Mario Cipollini si esibisce in una delle sue vittorie più nette e arriva a braccia alzate per la 32esima volta (a fine carriera saranno 42, una più di Alfredo Binda) sulle strade del Giro.

Da allora, soltanto qualche passaggio. Mai banale, come quando - era il 2010 - la 14esima tappa partita da Ferrara e diretta ad Asolo venne vinta in solitaria da un giovanissimo Vincenzo Nibali, che stacca il veterano Ivan Basso e inizia a scrivere un libro dalle pagine leggendarie.

L’ultimo passaggio in Polesine è invece datato 2021: la 13esima tappa, da Ravenna a Verona, solcò l’Eridania da Santa Maria Maddalena a Bergantino. In città, invece, traguardo volante su Corso del Popolo nel corso della 13esima tappa (Cervia-Monselice) dell’edizione autunnale 2020. E tra sette mesi, un’altra pagina di un libro rosa lungo oltre un secolo.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400