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Medico prescriveva droghe: raffica di arresti

Un'indagine svela un giro d'affari milionario di farmaci oppioidi con false ricette

Il traffico di oppioidi che ha sconvolto il Nord Italia: un medico e sette complici in manette

Un traffico di farmaci che tocca anche il Veneto. 

In un piccolo comune della provincia di Milano, Marcallo con Casone, un medico di 69 anni avrebbe, secondo le contestazioni, indossato il camice non solo per curare i suoi pazienti, ma anche per orchestrare un complesso sistema di frode. Dietro il pagamento di poche decine di euro, il medico emetteva false ricette per farmaci oppioidi, come Contramal e Oxycontin. Queste ricette venivano poi utilizzate per ritirare i farmaci gratuitamente nelle farmacie del Nord Italia, a spese del Sistema Sanitario Nazionale.

L'inchiesta è partita da una farmacia di Seveso, dove una donna dall'aspetto trasandato ha destato i sospetti del farmacista. Con due ricette in mano, intestate a persone diverse, ha cercato di ritirare farmaci per la terapia del dolore. Le spiegazioni poco convincenti della donna hanno portato il farmacista a segnalare il caso ai carabinieri della compagnia di Seregno. Da qui è partita un'indagine durata un anno, che ha portato all'arresto di otto persone, tra cui il medico e due donne italiane, oltre a cinque cittadini egiziani.

Il traffico di farmaci oppioidi ha generato un giro d'affari di oltre un milione di euro. Le false ricette permettevano di ritirare i farmaci gratuitamente, che venivano poi rivenduti sul mercato nero a prezzi esorbitanti: 30 euro a pasticca o 100 euro a blister. Questo sistema non solo ha causato un danno economico al sistema sanitario, ma ha anche messo a rischio la salute dei pazienti che realmente necessitavano di questi farmaci, rendendoli difficili da reperire.

La banda - sempre secondo la ricostruzione accusatoria - operava su tutto il Nord Italia, spostandosi tra le province di Milano, Pavia, Varese, Como, Novara, Bologna, Firenze, Parma, Modena, Vicenza e Bergamo. Le persone coinvolte, residenti tra Magenta, Corbetta, Cuggiono, Inveruno e Cologno Monzese, percorrevano lunghe distanze per ritirare le confezioni di oppioidi. In alcuni casi, anticipavano l'arrivo in farmacia con una telefonata per assicurarsi della disponibilità dei farmaci, evitando così viaggi a vuoto.



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