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l’incontro

Uniti per fermare i licenziamenti

A Polesella sindaci esponenti politici e sindacati per sostenere le ragioni dei lavoratori

Uniti per fermare i licenziamenti

“Ho depositato in consiglio regionale del Veneto, una risoluzione che va incontro agli innumerevoli problemi che stanno riscontrando i dipendenti della Berco, che minaccia di lasciare a casa 480 dipendenti, dei quali 150 polesani. In questa situazione non ci sono bandiere di partito: dobbiamo essere uniti per le famiglie, perché sia garantito il diritto e la dignità del lavoro”. Così ha esordito la consigliera regionale Laura Cestari durante l’assemblea che, nella serata di martedì, ha riunito vari esponenti del mondo politico e amministrativo locale nel municipio di Polesella.

Al tavolo, il sindaco polesellano Emanuele Ferrarese, quelli di Frassinelle, Guarda, Occhiobello, Canaro, Pontecchio, Crespino, oltre a quelli di Adria e di Rovigo e a quello di Stienta, Enrico Ferrarese, presidente della Provincia, nonché al sindaco di Copparo, a un assessore per Arquà, ai rappresentanti sindacali, all’assessore regionale Cristiano Corazzari e all’onorevole Nadia Romeo.

Fronte compatto evitare quello che rischia di essere un punto senza ritorno per più di un centinaio di lavoratori del Polesine dopo che la Berco, l’azienda metalmeccanica che mantiene due stabilimenti, a Copparo e Castelfranco, ha annunciato il licenziamento di 480 dipendenti a fronte di una forza lavoro di circa 1.200 unità, oltre al taglio degli stipendi. Un amaro bilancio che non colpisce solo la provincia di Ferrara ma anche il Polesine visto sono circa 200 i polesani che lavorano nello stabilimento di Copparo.

“Come rappresentante del territorio di Polesella, il più prossimo a Copparo, mi sono chiesto cosa fare: da qui l’organizzazione con la consigliera Cestari della serata per cercare di capire meglio, insieme, e fare squadra”, ha spiegato il sindaco. Aggiungendo: “Siamo qui perché è importante dare un’unica voce unita sulla questione e possibilmente fornire una linea d’azione concreta”.

Pensiero condiviso da Cestari: “Già 4 anni fa purtroppo il problema si era presentato, ora pare si ancora più difficile la risoluzione della crisi. L’obiettivo di queste azioni è sensibilizzare il Ministero delle Imprese e del Made in Italy affinché si prenda cura di una questione così importante: perché il diritto al lavoro possa essere, davvero, preservato, per dare la possibilità a queste famiglie di respirare. Il periodo economico non facile per le aziende, non esonera dalle modalità con le quali rapportarsi con i dipendenti e con i sindacati”.

Proprio quest’ultimi hanno ribadito l’urgenza di un piano d’azione comunitario per prevenire risvolti drammatici, sia sul piano occupazionale che sociale. Dopo aver ripercorso la cronistoria dell’azienda, secolare nel panorama ferrarese, e le sue crisi succedutesi negli anni scorsi, è stato rimarcato come dopo la riunione convocata dalla Regione Emilia Romagna, nella quale i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto a Berco di ritirare la procedura di mobilità, l’azienda, prendendo tempo , ha promesso una risposta entro il 31 ottobre. Il prossimo passo è la riunione al ministero programmata per il prossimo 5 novembre. E’ stata inoltre ribadita la spada di Damocle della ri-occupazione: nei territori delle provincie di Ferrara e Rovigo, ricollocare ben 480 persone è un problema.

Annunciando gli scioperi e i presidi sia a Roma che davanti all’azienda, fissati per il 4 e il 5 novembre, Davide Benazzo, segretario Fiom Rovigo ha commentato: “Se la Berco chiude, chiude Copparo, Polesella, Guarda Veneta: ben vengano questi tavoli per trovare una soluzione unitariamente”.

Preoccupazione condivisa anche da Samuel Scavazzin, segretario Cisl Padova Rovigo, che si è detto “in allarme per una situazione che è tragica. Invito anche ragionare sugli senari legati alla mobilità delle persone che rischiano per i licenziamenti annunciati”, seguito da Gino Gregnanin, segretario Uil Rovigo che ha aggiunto: “Collaborazione e dialogo sono le parole chiave per affrontare il problema”. Unitamente hanno rivolto l’invito ai sindaci presenti, sia di contattare l’azienda per farsi comunicare il numero preciso di dipendenti presenti, per il loro comune, sia per essere presenti alla manifestazione organizzata per l’11 novembre davanti alla Berco.

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