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Maternità surrogata, medico padovano bloccato in Argentina

Indagini della polizia in corso per ricostruire l'accaduto

Neonato di 4 mesi muore all'improvviso in casa

La sera di venerdì 30 ottobre, le autorità argentine hanno fermato all'aeroporto internazionale di Buenos Aires un volo diretto a Parigi poco prima del decollo. A bordo vi erano due uomini italiani, tra cui un oncologo di Padova, e una giovane argentina accompagnato da una neonata di 15 giorni, interessata nata tramite maternità surrogata. La bambina sarebbe figlia della coppia italiana, che avrebbe deciso di ricorrere alla “gestazione per altri” (Gpa) per coronare il desiderio di paternità. Tuttavia, la surrogazione di maternità è vietata in Argentina, e la situazione legale della coppia rimane incerta.

L'episodio ha scatenato un'azione immediata da parte delle autorità. I documenti dei passeggeri sono stati verificati, i telefoni ei computer dei due italiani sequestrati, e un provvedimento di divieto di espatrio per tutti è stato emanato dal giudice. Sebbene non siano stati ufficiali arrestati, il fermo impedisce alla coppia e alla bambina di lasciare il Paese, in attesa di ulteriori accertamenti da parte della magistratura argentina.

Secondo le prime ricostruzioni, il medico oncologo padovano e il suo partner avrebbero contattato un'agenzia internazionale per poter diventare genitori, ma sarebbero stati inconsapevolmente coinvolti in una possibile truffa. L'agenzia avrebbe selezionato come madre surrogata una donna argentina in condizioni di difficoltà economiche. La trentenne, priva di occupazione e madre di una figlia, avrebbe ricevuto per la gravidanza una cifra complessiva di sei milioni di pesos, equivalenti a circa 5.500 euro, somma in gran parte trattenuta da intermediari dell'organizzazione.

La donna, che risiedeva a Rosario, avrebbe tentato la prima volta di lasciare l'Argentina con la neonata e uno degli italiani già mercoledì della scorsa settimana, presentandosi all'aeroporto Aeroparque di Buenos Aires. La segnalazione è stata innescata dalla notevole differenza d'età e dalla residenza della madre surrogata, oltre che da alcuni dettagli nei documenti. Dopo il fallimento del primo tentativo, la coppia italiana e la neonata sono tornati allo scalo internazionale di Ezeiza il giorno successivo.

Le autorità argentine hanno aperto un fascicolo penale per far luce sull'accaduto. Attualmente si ipotizzano diversi reati: tratta di esseri umani, vendita di minori e appropriazione indebita. La giustizia argentina indaga su una presunta organizzazione che avrebbe tratto profitto dalla debolezza economica della giovane madre surrogata, ridurre

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