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“Ecopol sia sottoposto a Via”

A chiederlo è anche Coldiretti

“Ecopol sia sottoposto a Via”

Dopo i sindaci di di Lusia, Costa di Rovigo e Villanova del Ghebbo, Luca Prando, Gian Pietro Rizzatello e Mauro Verza, anche Coldiretti scende in campo per manifestare le proprie preoccupazioni sul progetto che Ecopol ha presentato per l’impianto di via Amendola che un tempo ospitava l’inceneritore di Concadirame.

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“Coldiretti Rovigo - spiega l’associazione in una nota - condivide la preoccupazione espressa dai sindaci di Lusia, Costa di Rovigo e Villanova del Ghebbo, in merito alla possibilità di realizzazione di un impianto d'intrattenimento rifiuti pericolosi lungo la Regionale 88”.

Da parte sua, il presidente provinciale e regionale di Coldiretti Carlo Salvan rimarca: “Avevamo già condiviso nelle scorse settimane in via informale con alcuni amministratori la necessità di fare chiarezza sul tema, e visto l’inserimento in una zona prettamente agricola dell’impianto chiediamo le dovute garanzie per tutti i produttori della zona. Abbiamo un’importante presenza ortofrutticola, che si spinge anche oltre l’Adige nel Comune di Barbona, mentre a Lusia si concentra una produzione di eccellenza dall'alto valore aggiunto, senza dimenticare tutto il resto del territorio: un’intera economia agricola che potrebbe quindi subire pesanti ripercussioni dalla presenza di un impianto di questo tipo, sia in termini di qualità delle produzioni che sotto il profilo occupazionale. E se è vero che la preoccupazione è per la ricaduta sui terreni, riteniamo che anche le acque superficiali possano essere esposte a questa problematica, amplificando la preoccupazione per l’uso irriguo e non solo”.

Nella sapiente opera di “moral suasion” Salvan conclude: “Siamo fiduciosi che le istituzioni competenti possano e debbano valutare anche questi aspetti, anche per la tutela delle varie comunità che si trovano nel raggio di pochi chilometri: Grignano, Lusia, Costa, Villanova del Ghebbo, Roverdicrè, Concadirame, compresa la fascia rivierasca dell’Adige in provincia di Padova. Confidiamo quindi che il progetto venga sottoposto a Via e a tutte quelle azioni che siano a garanzia per il territorio, la cittadinanza e di tutto il tessuto sociale ed economico di questa parte di Polesine”.

Il progetto presentato ormai un anno fa, prevede la realizzazione di un impianto di deorbimento termico, utilizzato prevalentemente per la bonifica di terreni contaminati, prevalentemente terre di scavo dai distributori di benzina. E cosa sia questo desorbimento termico, solitamente utilizzato per le bonifiche dei terreni inquinati, si spiega nel progetto: “Consiste nella separazione fisica di contaminanti organici dalla matrice solida mediante un riscaldamento diretto: tale sistema permette la volatilizzazione e la successiva combustione dei contaminanti organici volatili e semi-volatili contenuti nella matrice di riferimento. La tecnologia del desorbimento termico è applicata, prevalentemente, per il trattamento dei rifiuti contenenti composti organici; tale tecnica è applicabile alle matrici ambientali contaminate da sostanze che vaporizzano a temperature di esercizio utilizzate dalla tecnologia, per trasferire i contaminanti dalla fase solida a quella gassosa".

"Si basa sulla condizione di favorire la volatilizzazione dei contaminanti volatili e semivolatili, per esempio idrocarburi aromatici, idrocarburi aromatici policiclici, idrocarburi alifatici clorurati, policlorobifenili, clorobenzeni, fenoli, ammine aromatiche, fitofarmaci, diossine e furani, mediante l’incremento di temperatura, per successiva estrazione e distruzione. I rifiuti contenenti tali inquinati, a differenza dell’incenerimento, non vengono distrutti, ma conservano buona parte delle loro proprietà fisiche e possono essere reimpiegati e riutilizzati”.

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