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veneto
05.11.2024 - 06:52
È una storia di violenze e sofferenze quella che emerge dal reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Universitario di Padova, dove un bambino di soli cinque mesi lotta per riprendersi da lesioni gravi inflitte nel corso di mesi di presunti maltrattamenti. Le indagini, avviate dopo la segnalazione dei medici, hanno portato all’arresto del padre, un ventiduenne di Camisano Vicentino, con l’accusa di violenza sul figlio.
Il caso è iniziato nel mese di luglio, quando il piccolo, allora di appena un mese, è stato portato dai genitori all’Ospedale di Vicenza con sintomi che includevano difficoltà respiratorie e problemi nell’alimentazione. Nonostante le cure e una prima ripresa, il bambino è stato colpito da un improvviso peggioramento, fenomeno che si è ripetuto in più occasioni, destando il sospetto del personale medico. Di fronte a questa situazione anomala, i sanitari di Vicenza hanno deciso di trasferirlo presso l’Ospedale di Padova, dove i sospetti sono stati confermati: il piccolo presentava gravi lesioni interne, sia al cavo orale, che agli organi interni, come i reni, segni di possibili sevizie.
Nel reparto di Padova, i medici hanno riscontrato lesioni diffuse che non apparivano immediatamente visibili dall’esterno ma che si manifestavano nei danni agli organi interni e alle vie respiratorie. Le gravi ferite al cavo orale e alla gola hanno compromesso la capacità del neonato di nutrirsi autonomamente e gli causano ancora oggi problemi respiratori tali da necessitare l’ossigeno per alcune ore al giorno.
I sanitari hanno stabilito che il bambino non necessitava di intubazione ma di un monitoraggio continuo. Attualmente, il piccolo mostra lievi miglioramenti, ma si prevede che debba rimanere in Terapia Intensiva per almeno altri dieci giorni, periodo in cui sarà assistito per il respiro e le funzioni vitali.
Durante il ricovero a Padova, i sanitari hanno segnalato alla procura le condizioni sospette del bambino, avviando così le indagini. Il padre, ventidue anni, era solito accedere da solo alla stanza del piccolo quando la madre, ventenne, terminava le sue visite. La stanza, dotata di due culle, era infatti occupata solo dal neonato, rendendo così possibile l’accesso indisturbato del padre. Questo dettaglio ha portato gli inquirenti a ipotizzare che gli episodi di maltrattamento possano essere avvenuti proprio nei momenti in cui l’uomo si trovava da solo con il figlio.
In seguito agli accertamenti, gli investigatori, sotto la guida del pm Giorgio Falcone della Procura di Padova, hanno proceduto con l’arresto del giovane, ora detenuto. Interrogato dal giudice per le indagini preliminari, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito alle accuse. Rimane pertanto un mistero il movente dietro a tali violenze, che non sembrano trovare giustificazioni.
La madre del piccolo, che risulta estranea alle accuse, è stata sottoposta a interrogatorio, ma al momento non vi sarebbero prove di un suo coinvolgimento nei maltrattamenti. La donna, madre anche di un altro bambino di tre anni, ha collaborato con gli inquirenti e, secondo le prime dichiarazioni, pare essere all’oscuro degli episodi di violenza subiti dal figlio minore.
Vista la delicatezza della situazione, i servizi sociali, già coinvolti per la tutela dei bambini, stanno valutando soluzioni di assistenza per la madre e i suoi due figli. È possibile che, una volta dimesso dall’ospedale, il neonato venga affidato a una struttura protetta insieme alla madre, in modo da garantire la sicurezza del nucleo familiare.
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