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cultura
06.11.2024 - 19:29
Da Roccati a Cibotto, a Hammershøi. “La mela non cade mai lontana dall’albero” recita un famoso detto. Proprio la celebre mela di Newton, studiata e argomentata da Cristina Roccati, non cade quest’anno lontano da Rovigo: il 6 dicembre apre a Palazzo Roncale la prima mostra monografica sulla terza donna laureata al mondo, la prima “fuori sede” della storia, la polesana giovanissima che sfidò le convenzioni del tempo “osando” studiare fisica.
Si parla di donne, di scienza, dei grandi personaggi che hanno reso importante il Polesine, fino a valicare il nord Europa per la prima inedita mostra internazionale dedicata a Vilhelm Hammershø. A Palazzo Cezza, ieri, la fondazione Cariparo, insieme all’assessore comunale Erika De Luca e a Pier Luigi Bagatin, presidente dell’Accademia dei Concordi, ha svelato il tris di nuove mostre per la stagione artistica ai Palazzi Roverella e Roncale.
Primo appuntamento in agenda, dal 6 dicembre al 21 aprile 2025: a Palazzo Roncale aprirà la prima mostra dedicata Cristina Roccati, la rodigina che divenne, nel 1751, a soli 19 anni, la terza donna laureata al mondo, in fisica. Giovanissima, caparbia tanto da di sfidare le convenzioni patriarcali che imperversavano il mondo accademico, seppur “illuminato” della sua epoca. Donna scienziata, poetessa ma anche donna coraggiosa, dalla tempra forte, difronte, ad esempio, al crollo finanziario del padre e alle discriminazioni del mondo universitario e di studio bolognese, patavino e rodigino.
Ideata da Sergio Campagnolo, diretta da Alessia Vedova e curata da Elena Canadelli, l’esposizione fa da capofila alla nuova linea culturale decisa dalla fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo per le prossime rassegne. “E’ l’esposizione dell’anno che si trasformerà in un evento che coinvolgerà tante associazioni, enti, per un’iniziativa culturale di ampio raggio ed estesa a tutta la città. Da un mostra “per” a una mostra “con” ha sottolineato il presidente Cariparo, Gilberto Muraro, continuando: “La tematica di volta in volta scelta per la mostra diverrà progetto culturale esteso nell’intero anno, coinvolgendo in questa attività di approfondimento le istituzioni, insieme ai soggetti culturali e sociali del territorio. Con le mostre al Roncale raccontiamo la storia del Polesine per prendere coscienza della cultura del nostro territorio e favorirne la diffusione tra gli stessi polesani”.
Fanno parte di questo anche i diversi contributi giunti per l’occasione: dal dipinto-ritratto realizzato ad hoc dall’artista contemporaneo Matteo Massagrande (che ridà un volto alla Roccati - data l’assenza di suoi ritratti, oltre alla piccola incisione esistente), fino alle tre cartoline di annuncio della mostra, dirompenti perché rimportanti le frasi misogine, indirizzate alle donne, degli uomini del tempo, a monito della difficoltà del genere femminile di ottenere pari opportunità in ambito scientifico e di studio.
Secondo appuntamento al Roncale per “Gian Antonio Cibotto, il gusto del racconto”, dal 12 Settembre 2025 all’11 gennaio 2026, la mostra monografica curata da Francesco Jori sul famoso giornalista, scrittore rodigino, nel centenario della nascita.
A Palazzo Roverella, invece, continua Muraro: “La prossima mostra di primavera - curata da Paolo Bolpagni - sarà la prima mostra monografica italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi, il grandissimo artista danese che fu definito il “poeta del silenzio. Sarà un’esclusiva inedita per l’Europa, puntiamo quindi ad attrarre a Rovigo un pubblico che travalica i confini nazionali”. Dal 22 febbraio al 29 giugno 2025, il fascino silenzioso ma assordante, sobrio ma carico di pieni che Hammershøi seppe imprimere nei suoi quadri, approderà in città con ben 30 opere personali dell’artista, unite a una cinquantina di altri autori francesi, belgi, inglesi, scandinavi e italiani.
Dopo New York, Tokyo, Parigi e Londra, il “pittore dei paesaggi dell’anima” arriva a Rovigo in un evento che, insieme alle altre due mostre, si prefigura già irripetibile per il capoluogo polesano. “Capoluogo - ha annotato De Luca - che affronta con passione le nuove sfide, puntando a una cultura diffusa, permettendo di guardare al futuro ma anche al nostro passato, scoprendo le bellezze di questo scrigno incredibile che è il Polesine”.
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