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“Con questi tagli si va tutti a casa”

Cittadin: “Intollerabile abbandonare il territorio”. Gli operai: “Sotto gli 800 l’azienda non regge”

“Con questi tagli si va tutti a casa”

Il vertice con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso? Non è stato risolutivo. Il congelamento della procedura di licenziamento di 480 lavoratori? Un rinvio temporaneo. La Berco? Un’azienda che in questo momento “è sola”. Le rsu della Berco di Copparo non hanno usato troppi giri di parole per descrivere i giorni drammatici che tanti lavoratori, sia della provincia di Ferrara che di Rovigo, stanno attraversando.

L’occasione è stata la conferenza stampa che il sindaco del capoluogo Valeria Cittadin ha tenuto giovedì pomeriggio, a palazzo Nodari. Al suo fianco i rappresentanti sindacali delle tre sigle dei metalmeccanici: Davide Brandalesi e Roberto Girotto della Fim Cisl Ferrara, Igor Bergamini della Fiom Cgil Ferrara e Simone Nonnato della Uilm Uil Ferrara. Una conferenza durante la quale l’animo sindacalista del sindaco è stato a dir poco dirompente: “Parlare di 480 esuberi a Copparo - ha affermato - significa parlare di 480 famiglie delle province di Rovigo e Ferrara che verranno messe in ginocchio. Ed è positivo che di questo tema si facciano carico tutte le istituzioni, abbattendo i confini geografici. Il Comune di Rovigo è vicino ai lavoratori. Non è possibile pensare che queste aziende vengano nei nostri territori, offrano lavoro e questo è certamente un bene, fruiscano del lavoro di tante persone che hanno basato il loro futuro sull’azienda e poi, per interessi di solo tornaconto, il territorio venga abbandonato. C’è un problema etico di fondo”.

E se è vero che il costo del lavoro e dell’energia può rappresentare un problema per gli imprenditori, “non si può però prescindere dalla vita delle persone - ha rimarcato Cittadin - pensare di ricollocare 480 persone è un impegno importante che non è detto trovi la giusta dimensione e potrebbe sfociare in una situazione sociale ingovernabile. Per questo ci vuole la volontà da parte della politica di tirare per le orecchie queste aziende”.

La preoccupazione tra i lavoratori e le rsu è ancora tanta e il vertice con il ministro Urso, martedì scorso, non l’ha placata: “La nostra preoccupazione è il futuro dello stabilimento”, ha affermato Bergamini perché “sotto le 800 unità l'azienda non regge neanche due anni” ha aggiunto Girotto. I 480 esuberi dichiarati sono il 40% della forza lavoro dello stabilimento di Copparo: attualmente, infatti, i lavoratori sono complessivamente 1.226 “ma erano 2.300 nel 2013 e 2.900 nel 1994” ha chiarito Bergamini. “La Berco - ha evidenziato Nonnato - è l’unica azienda rimasta in Italia che appartiene alla multinazionale tedesca Thyssen Krupp che qui ha qualcosa da scontare”. Il riferimento è alla tragica morte di sette lavoratori nel 2007 nello stabilimento di Torino a causa di un incendio.

I prossimi passi dell’agitazione sono la manifestazione fissata per l’11 novembre alle 10 con un corteo che partirà dallo stabilimento e raggiungerà la piazza di Copparo. Intanto venerdì si terrà un tavolo tecnico al Ministero per cercare una soluzione “agli atti unilaterali di dichiarazione di esubero e annullamento del contratto aziendale” e poi un nuovo incontro il 14 novembre sempre al Ministero allo scadere del periodo di “congelamento” degli esuberi.

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