VOCE
Ius scholae
08.11.2024 - 06:02
Da giovedì Rovigo è un comune “amico delle api”. Perché, come ha spiegato in consiglio il sindaco Valeria Cittadin nel presentare la delibera approvata all’unanimità, “è importante conservare la biodiversità del territorio”. Meno importante, invece, dare un segnale sul fronte della riforma della cittadinanza per i minori sulla base dello “ius scholae”, tema al centro di una mozione presentata dai consiglieri Diego Crivellari (Pd) e Palmiro Franco Tosini (Civica democratica inclusiva) per “sollecitare formalmente il Governo e il Parlamento affinché venga esaminata e approvata una riforma della legge sulla cittadinanza, che includa il principio dello Ius Scholae, riconoscendo il diritto alla cittadinanza ai minori stranieri nati o arrivati in Italia in giovane età, che abbiano completato almeno un ciclo scolastico di cinque anni nel nostro Paese”. Mozione respinta con 17 voti contrari per lo più della maggioranza e 6 favorevoli, dei consiglieri di Civica per Rovigo Elena Rossi, Elena Biasin e Andrea Borgato e di Rovigo si ama Federico Frigato, oltre ai due firmatari. “Essendo che è il Pd ad aver presentato questa mozione, mi sarei aspettato una mozione sulla Berco e sui 480 lavoratori che rischiano il licenziamento” ha commentato Marco Venuto, Fdi, mentre il compagno di partito Renato Campanile ha aggiunto: “Le cittadinanze in Italia, oggi, vengono concesse a tavolino ma nessuno va a casa di queste persone a controllare se c’è stata un’integrazione: io andavo a casa di queste persone, c’erano mezze lune, corani, burqua. Mi chiedo, cosa fai a fare la domanda di cittadinanza se non sei integrato?”.
Il sindaco ha invece detto: “Credo non si possa pensare ad un automatismo per la conquista della cittadinanza, che è un fatto serio e importante e non può nascere da automatismi. La mozione è da respingere e mi aspetterei una riflessione che non sento mai dalla sinistra rispetto alla segregazione delle donne, che magari chiedono la cittadinanza italiana ma vivono segregate nei burqua. Vedo ragazzine con il velo in testa uscire dalle nostre scuole: credo sia il segno che non è sufficiente andare a scuola per acquisire la cittadinanza. C’è una incapacità di alcune culture di integrarsi con la cultura italiana. La scuola da sola credo non possa garantire la conquista di una cittadinanza”.
Quanto alle altre mozioni all’ordine del giorno, ritirata la proposta di Tosini per il recupero dell’ex sede della Banca d’Italia in via Mazzini, mentre è stata approvata con 19 voti favorevoli e quattro astenuti la mozione proposta dal consigliere Ezio Conchi per la rimozione dei due vincoli, architettonico e di destinazione d’uso, su casa Barotto.
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