VOCE
BADIA POLESINE
11.11.2024 - 01:34
Pierluigi Rizziato e “L’isola del rimorso” tra i protagonisti della seconda edizione di “Giallo in Abbazia”, la rassegna polesana dedicata al genere giallo che si è conclusa ieri mattina in sala Soffiantini della Vangadizza. Davanti una buona cornice di pubblico, il giornalista originario di Mestre, che tra le sue esperienze vanta trent’anni di attività a “Il Gazzettino”, dove è stato vice-capocronista nella redazione di Mestre e capocronista nella redazione di Rovigo, ha presentato “L’isola del rimorso”, romanzo edito nel 2024 per Edizioni Biblioteca dell’immagine.
“E’ una storia romanzata che corrisponde alla realtà dell’epoca – ha spiegato Rizziato nel corso della presentazione – il libro è leggero, scorrevole e la lettura risulta divertente, mentre la mia storia vuole essere gradevole e positiva. Quindi è sicuramente un giallo atipico. Nello scrivere mi sono ispirato spesso a persone che ho realmente conosciuto: i personaggi sono molti, ma alla fine del libro si scopre che tutti sono collegati”.
Il racconto si apre la sera del 12 ottobre 1948. Il giorno dopo, Angelo, il quarto figlio dei coniugi Arturo Campaltin e Anita Salmaso compie un anno. La preoccupazione di Arturo Campaltin, di professione conducente di battelli, è quella di mettere in atto, proprio nella prima ricorrenza della nascita del piccolo, un gesto ben preciso che da quella volta, sempre in segreto, ogni 13 ottobre, ripeterà tutti gli anni, fino alla sua morte. Quindi, come ha deciso, la mattina del 13 ottobre 1948, mentre a casa tutti dormono e Venezia è avvolta nella nebbia, lui prende la sua barca e si inoltra nella laguna.
Quel viaggio solitario rappresenta per lui una sorta di espiazione, un atto utile a sollevarlo almeno in quel giorno da un pesante rimorso che lo perseguita e dal quale non riuscirà mai a liberarsi. Anche se il commissario Ruggero Lo Monaco si lamenta perché in laguna non succede mai nulla, da Venezia sono scomparse un paio di persone, un’altra muore lasciando una sostanziosa eredità. Scompare anche Perpetuo l’oste, dopo una vita trascorsa fra casa e l’osteria che gestiva, e pure una giovane ragazza se ne va di casa non ancora maggiorenne. Ma non basta, a Mestre una innocua cena fra fratelli assume i caratteri di un sinistro complotto. Qualche tempo dopo in laguna c’è una barca che vaga da sola; all’interno ci sono chiare tracce di sangue. Finalmente il commissario Lo Monaco ha qualcosa su cui indagare. Lui e il cronista di nera del Gazzettino si mettono al lavoro.
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