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Il caffè vola verso 1,60 a tazzina

La situazione a Padova

Prezzo del caffè a 1,50 euro al banco

Con l’arrivo della stagione invernale, i rincari annunciati nei mesi scorsi hanno iniziato a farsi sentire anche nei bar di Padova, coinvolgendo il simbolo per eccellenza della pausa quotidiana italiana: la tazzina di caffè.

Il bar Cavour è stato il primo a introdurre l’aumento, portando il prezzo del caffè al banco a 1,60 euro e al tavolo a 2,60 euro. Una decisione che segna un nuovo record per la città, dove fino a poco tempo fa la soglia media per un caffè al banco si attestava intorno a 1,50 euro.

Anche al celebre Caffè Pedrocchi, monumento cittadino e meta turistica, il prezzo della tazzina è aumentato. Dal 16 novembre, il costo al banco è passato da 1,30 a 1,40 euro. Un aumento moderato, deciso dopo un lungo confronto da parte della F&de Group, società che gestisce il locale dal 2013. "Abbiamo scelto un incremento di soli 10 centesimi per rispondere alla crescente domanda dei clienti senza appesantire eccessivamente il costo per i consumatori", ha spiegato Roberto Imperatrice, amministratore delegato della società.

Non tutti i locali di Padova hanno deciso di seguire la strada degli aumenti. Bar come Racca in via Calvi, Graziati in piazza delle Erbe e i locali sotto il Salone continuano a mantenere il prezzo della tazzina invariato a 1,30 o 1,50 euro.

Un’eccezione significativa è rappresentata da Al Mercà, in via Cesare Battisti, dove il titolare Antonio Congedo ha scelto di mantenere il prezzo del caffè a 1,20 euro. "È un prezzo giusto che invoglia i clienti a consumarne più di uno", ha dichiarato Congedo, che tra poche settimane aprirà un secondo locale in piazza dei Signori.

Dietro al rincaro del caffè al bar si celano diversi fattori economici e climatici. Cristina Scocchia, amministratrice delegata di Illy Caffè, ha indicato eventi come le alluvioni in Brasile e Vietnam, principali produttori mondiali di caffè, tra le cause principali dell’aumento dei costi delle materie prime.

Federica Luni, presidente dell’Appe (Associazione provinciale pubblici esercizi), ha inoltre spiegato che i rincari sono legati anche a fattori strutturali. "Da giugno è stato applicato il nuovo contratto nazionale per i dipendenti, che comporta un aumento del costo del lavoro pari a 50 euro mensili, destinati a diventare 100 nei prossimi mesi. Inoltre, l’uso di 8 grammi di polvere per ogni tazzina, contro i 6 grammi utilizzati in passato, ha ridotto il numero di caffè ottenibili da un chilo di materia prima: da 160 tazzine si è passati a circa 120-130".

Il dibattito sul caro-caffè si era già acceso la scorsa estate, quando le prime previsioni indicavano un possibile aumento fino a 2 euro al banco. Gianni Zaghetto, titolare del Caffè Racca, si è detto favorevole a prezzi più elevati per garantire qualità. "La qualità va riconosciuta e pagata. Con materie prime di eccellenza, come la miscela Hausbrandt, e professionisti esperti al banco, il prezzo di 1,50 o 1,60 euro è adeguato", ha sottolineato.

Tuttavia, non tutti condividono questa visione. Antonio Congedo ha ribadito l’importanza di mantenere un prezzo accessibile, evidenziando che ogni gestore decide in autonomia sulla base delle proprie esigenze e del proprio pubblico.

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