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veneto
18.11.2024 - 09:16
Un drammatico incidente ha distrutto la comunità di Brugine. Oreste Loris Zago, pensionato di 67 anni, è morto in seguito a un investimento stradale che inizialmente era stato confuso con un malore. L'uomo, trovato agonizzante in un fossato, è deceduto due giorni dopo il ricovero, a causa delle gravi lesioni riportate. Le indagini dei carabinieri hanno portato all'identificazione della persona responsabile, ora denunciata per omicidio stradale.
La vicenda ha avuto inizio il 28 ottobre, quando Zago, che era solito uscire per passeggiare nei dintorni di casa, improvvisamente non ha più risposto al telefono. Preoccupati, i familiari hanno cercato di rintracciarlo, ma l'uomo sembrava scomparso. Solo la mattina successiva, un passante ha notato una figura rannicchiata nel fossato lungo via Porto Superiore. Era Oreste Loris Zago, gravemente ferito ma ancora vivo.
Un medico, durante l'esame del corpo, ha notato una lesione significativa alla nuca che ha spinto la Procura, dopo il decesso, a ordinare un'autopsia. L'esame ha evidenziato una frattura occipitale compatibile con un impatto violento, escludendo l'ipotesi di un malore. Il sostituto procuratore Sergio Dini ha quindi avviato un'indagine per chiarire le circostanze della morte.
I militari hanno iniziato a ricostruire gli ultimi momenti di vita di Zago, restringendo il lasso di tempo dell'incidente tra le 17:30, quando l'uomo aveva risposto all'ultima telefonata, e le 17:45, quando non era più stato reperibile. La svolta è arrivata grazie a una telecamera di sicurezza di un'abitazione.
Il filmato mostrava una Fiat Panda che si fermava a pochi metri dal punto del ritrovamento di Zago. Dal lato passeggero era scesa una persona con una torcia, che aveva controllato la zona prima di risalire nell'auto, che poi si era allontanata.
I carabinieri si sono recati presso l'abitazione della proprietaria dell'auto e hanno notato subito che il parabrezza della vecchia Panda era stato recentemente sostituito e che la parte anteriore del veicolo presentava un'ammaccatura. Messa di fronte all'evidenza, la donna ha ammesso di aver investito qualcosa pochi giorni prima, ma di non avere capito che si trattasse di una persona.
Un sopralluogo presso l'officina che aveva effettuato la riparazione ha confermato la sua responsabilità: il parabrezza danneggiato era ancora presente e, insieme agli altri rilievi, è stato posto sotto sequestro. La donna è stata denunciata per omicidio stradale.
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