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LA STORIA

“Sva” senza pace da 16 giorni

Stop ai funerali: disposta l’autopsia e inghippo per la firma della mamma, scomparsa da 11 anni

“Sva” senza pace da 16 giorni

Andrea Barion era conosciuto da tutti come "Svarion"

Stop ai funerali: disposta l’autopsia e inghippo per la firma della mamma, scomparsa da 11 anni

ROVIGO - Non c’è pace per Andrea Barion, “Svarion”, notissimo grafico e fotografo di 44 anni di Rovigo, trovato morto il 3 novembre nella sua casa di Borsea, in via Savonarola e che attende da 16 giorni di essere salutato, dai tanti che lo amavano, e cremato.

Una “condanna” lo perseguita da 11 anni a questa parte, da quando la mamma, Maria Grazia Chiarion è scomparsa lasciando la sua auto sulle rive del Po a Crespino. Di lei non si hanno più notizie, ma per lo stato italiano risulta ancora scomparsa, in un limbo tra questo mondo e l’aldilà. E’ per questo che durante il Covid Andrea aveva trovato nella cassetta delle poste una sanzione perché la mamma non aveva eseguito il vaccino contro il virus e aveva denunciato a gran voce la beffa del sistema. Come era nel suo stile.

Questa vicenda, che ha segnato la vita di Andrea, segna anche la sua morte. I funerali, di Sva, infatti, erano fissati per venerdì 8 novembre scorso. La sua salma era esposta nella camera mortuaria già dal giovedì precedente, per le tante persone che avevano il piacere di salutarlo. Andrea aveva espresso più volte il desiderio di essere cremato e per questo si sta impegnando la sorella Chiara.

Tutto si è bloccato di punto in bianco. Per tutte le pratiche delle esequie e per la cremazione è necessaria sia la firma del padre che della madre. Che, appunto, è scomparsa da 11 anni. E’ il tribunale dell’ultima residenza, dunque di Rovigo, che deve dichiarare con sentenza la morte presunta trascorsi i 10 anni. E “Sva” era in attesa di questa sentenza, anche per sbloccare l’eredità della mamma, ma l’ennesimo rinvio a gennaio dell’anno prossimo, lo aveva amareggiato molto.

Ferma la cerimonia di commiato e la cremazione e congelato il momento dell’addio, che in tanti aspettano. Ma non è finita qui. Nel frattempo è arrivata una richiesta di autopsia, notificata martedì 12 novembre alla famiglia. A quanto pare la procura ha voluto fugare ogni dubbio sulle cause della morte del rodigino.

Intanto sono trascorsi 16 giorni e la data del commiato non è ancora fissata. Tra gli amici di “Sva” tanti artisti locali, che vogliono organizzare una festa piena di musica, di cura per l’ambiente, per ricordare le tante cose che era e che aveva fatto, la sua essenza.

Lui “anarchico”, come lo definisce la sorella Chiara, per questa storia avrebbe mandato tutti a quel paese, o ci si sarebbe mandato da solo, come poi finiva per fare, essendo profondamente un buono, un uomo di pace.

“Vorrei solo dargli quella pace che merita”, lo dice con dolcezza questa sorella. E invece: “Se devo entrare a casa di Andrea per dar da mangiare ai gatti a questo punto ho paura di sbagliare”. 

In queste oltre due settimane di attesa Francesco Casoni, suo amico e “compagno di vignette” ha raccolto testimonianze di chi era “Svarion” tra chi lo conosceva. Andrea era attivo soprattutto sui temi dell'ambiente e dei diritti. Nel 2015 era stato uno degli attivisti che avevano aiutato un gruppo di migranti pakistani abbandonati in stazione dei treni a Rovigo. Ma in generale sul tema dei migranti in generale si era attivato con un collettivo chiamato Out on Polesine, per un periodo aveva realizzato azioni come la campagna "Fermi Immobili" sul recupero di edifici abbandonati in città e diversi eventi di valorizzazione di Parco Langer. Sempre per la tutela di Parco Langer, “Sva” si era impegnato nel Comitato Diritto alla Città, che inizialmente si era formato attorno ad un'altra mobilitazione: quella per mantenere la Ztl di corso del Popolo. Ancora prima aveva lottato contro la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle: realizzava volantini e grafiche. Faceva parte del circolo di Legambiente Rovigo. E' stato anche testimone delle condizioni del trasporto regionale, da pendolare sulla linea Rovigo-Verona.


Per anni Svarion ha lavorato in un'agenzia di comunicazione a Fratta Polesine. Dopo la fine di quel lavoro per la chiusura dell'agenzia ha lavorato come videomaker e sound recorder. Poi è arrivata la pandemia e ha dovuto inventarsi diversi lavori per portare a casa lo stipendio. Ha realizzato con Casoni le video interviste e un reportage per Arcisolidarietà su un progetto di teatro per carcerati.


Dalla pubblicazione di "Scarafaggi", Casoni e Sva hanno proseguito a lavorare insieme con "Polleggiao", uscito su Rem dal 2016, poi con una miriade di vignette uscite anche su Il Manifesto, infine con “Bartolomeo Barbelli”, uscito a fine 2019 e interrotto con la pandemia. Come Herschel & Svarion Casoni e Barion hanno realizzato la copertina di “Orazio Orizio” di Nicola Cappello e contribuito alla campagna “Umani” di Medici Senza Frontiere e a in arte “Dudu” di Voci per la Libertà.

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