"Addio Pietro": la città si ferma

E’ un timido sole quello che, nel pomeriggio di ieri, ha accarezzato la bara bianca di Pietro Campion, il ragazzo 23enne deceduto lo scorso 15 novembre a causa di un malore che lo ha sorpreso mentre era in bagno a casa da solo.

Dopo il rinvio della funzione religiosa, precedentemente programmata, per l’autopsia, l’ultimo saluto al giovane è stato oggi pomeriggio, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Fratta Polesine.

Il feretro, accompagnato dal padre Andrea, dalla madre, Paola, dal fratello Vincenzo, dalla sorella Giulia e dalla fidanzata con la quale conviveva, Jennifer, ha fatto il suo ingresso nella chiesa gremita di tanti volti segnati dalle lacrime per il ricordo di ciò che era Pietro: ottimista, buono, generoso; un ragazzo al quale, come ha ricordato il padre: “Non piaceva la tristezza” ma che, anzi, era da poco tornato ad allenarsi alla Rhodigium Boxe, sempre con il sorriso per salire sul ring e ricominciare lo sport che amava.

Tanta la commozione raccolta durante il commiato a Fratta, nel ricordare, attraverso la celebrazione e l’omelia, la vita e il bene fatto da Pietro. Ancora negli occhi dei cari, quel terribile 15 novembre. Doveva essere una giornata di lavoro come tante altre, Pietro, a fianco del padre, vendeva auto usate ormai da un anno e mezzo, non sentendosi bene, aveva preferito rimanere a casa, alle 11 la chiamata del papà Andrea e la risposta rassicurante che andava tutto bene.

Alle 13.30, a scoprire il corpo esanime riverso a terra, rompendo la finestra del bagno, la fidanzata. Tra le tante persone, i giovani, i compagni di boxe e i familiari, l’autocarro è poi proseguito alla volta di Copparo per la cremazione. Pietro lascia un grande vuoto tra i cari e la comunità per andare, come scriveva Piergiorgio Frassati, anch’egli morto giovanissimo a 24 anni, “verso l’alto”, di nuovo su quel ring, come il sorriso di chi è, e rimane, nei cuori di tutti.