Indani guida la Cri “Una passione nata fin da ragazzino”

La Croce Rossa nella vetrina di Eccellenti. Ospite della puntata andata in onda giovedì, il presidente provinciale Alberto Indani.

Indani, com’è iniziata la sua avventura in Cri?

“Mio nonno, durante un Capodanno, ebbe un episodio che richiedette di chiamare l’ambulanza. Ho sofferto molto per quell’episodio e ho pensato a che cosa potevo fare io per evitare che la mia sofferenza fosse anche quella di qualcun altro. Così ho cominciato ad informarmi sul mondo delle ambulanze: non avevo neanche 18 anni. Ho visto, cercando in internet, che la Croce Rossa aveva un comitato proprio a Rovigo. Così ho atteso di compiere 18 anni e, due giorni dopo, mi sono presentato in Cri. Mi ha accolto un volontario che guardandomi mi ha chiesto, in dialetto veneto, se avevo voglia di fare o no. Mi hanno chiamato poi dopo l’estate perché partiva il corso di arruolamento e lì, nel 2015, è partito il mio percorso in Croce Rossa”.

Percorso che non si è mai fermato…

“E’ stato amore a prima vista. All’epoca suonavo l’organo e mettevo da parte qualche soldino e ho voluto, con i miei risparmi comprarmi la prima divisa da volontario. Ho cominciato da centralinista, poi ho fatto il corso per fare il soccorritore in ambulanza, ho fatto molti servizi in ambulanza, mi sono specializzato in attività di emergenza anche a Padova. Quindi ho scoperto che tramettere le mie conoscenze era una cosa che mi piaceva e poteva essere utile quindi ho fatto il corso da istruttore. Scopro di essere l’unico istruttore nel comitato di Rovigo e comincio a organizzare corsi formativi per i nuovi soccorritori, frequento altri corsi di specialità e divento un punto di riferimento per il comitato. Nel 2020 il presidente termina il suo mandato e mi chiedono di prendere il suo posto. A febbraio vengo nominato, due giorni dopo arriva la chiamata: preparatevi a gestire uno scenario catastrofico, arriva la pandemia da Covid”.