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palazzo cezza
24.11.2024 - 11:00
Alessia Vedova all’ultimo incontro del ciclo Galleria Polesine.
Si è chiusa in grande stile la rassegna “Galleria Polesine”, il duplice appuntamento annuale organizzato dall’Accademia dei Concordi di Rovigo e da “Amici dei musei di Rovigo e del Polesine”. Dopo il percorso snodato attraverso le figure di Matteotti, Ramello e i silvestri, al centro dell’ultimo appuntamento, l’appassionante retrospettiva tenuta da Alessia Vedova, responsabile patrimonio artistico ed eventi espositivi Fondazione Cariparo, su una delle famiglie nobiliari più influenti del capoluogo: i Casalini.
Molti avranno visto la splendida “Madonna con Bambino” di Bellini all’interno di Palazzo Roverella ma forse pochi sapranno perché effettivamente quell’opera, come tante altre, è in città. Tutto è frutto di quella meravigliosa collezione privata che, proprio questa famiglia aveva accumulato, facendo leva sulla crisi finanziaria dei nobili veneziani al seguito della caduta della Serenissima nel 1797.
Partendo dall’arrivo dei primi Casalini a Sarzano, nel ‘200, Vedova ha poi accompagnato il pubblico attraverso la spiegazione di alcune delle opere della collezione privata del casato, soffermandosi anche sulle differenze rispetto alle altre famiglie rodigine: “Se della collezione Silvestri conosciamo la collocazione ma non da dove arrivarono le opere presenti, con i Casalini siamo stati più fortunati. Innanzitutto abbiamo gli attestati storici d’acquisto delle opere, anche grazie alla mediazione del Boscolo, il mercante d’arte che, durante la decadenza veneziana, offriva i suoi servizi per l’acquisto di numerosi pezzi d’arte”.
La collezione Casalini fu per Rovigo un’enciclopedia straordinaria che spaziava dal ‘400 al ‘600. Nel 1833, per volontà di Nicolò Casalini, l’intera quadreria venne donata all’Accademia dei Concordi ed esposta nella famosa sala degli arazzi, un luogo che racchiudeva oltre 190 dipinti, un unicum nel panorama veneto del tempo. Ancora oggi è possibile ammirare molte operecome “Madonna con il Bambino” di Bellini, ora a Palazzo Roverella, insieme al “Cristo portacroce” e tante altre. “Rovigo occupa una parte importante del mio cuore - ha concluso Vedova - dopo il successo delle mostre al Roncale, spero di veder creare un mostra sulla collezione Casalini”.
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