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Per sopravvivere servono oltre 1.200 euro al mese

Ecco quanto incidono le spese obbligate sulle tasche dei veneti: per gli "extra" resta davvero pochissimo.

Per sopravvivere servono oltre 1.200 euro al mese.

Secondo l’elaborazione realizzata dall’Ufficio studi della Cgia, le spese “obbligate” sostenute mensilmente nel 2023 dalle famiglie venete - vale a dire quelle che riguardano indicativamente l’acquisto di cibo, carburante e bollette - hanno raggiunto i 1.231 euro, pari al 54,6% della spesa totale che, invece, in valore assoluto si è attestata a 2.257 euro. Nonostante superi abbondantemente la metà della spesa, la nostra quota percentuale è tra le più contenute del Paese; solo Umbria (54,3%), Lombardia (53,3) e Lazio (52,7) presentano un dato inferiore al nostro. Per quanto concerne la spesa complessiva, invece, il dato del Veneto è alquanto preoccupante. Ci collochiamo all’ottavo posto a livello nazionale; tra le grandi regioni del Nord solo il Piemonte occupa una posizione peggiore della nostra. Ricordiamo che prima della grande crisi 2008/2009, il Veneto era la regione d’Italia con la spesa mensile media delle famiglie più alta d’Italia.

Dopo il periodo del Covid e la crisi energetica che hanno caratterizzato il triennio 2020/2022, le spese “obbligate” si sono stabilizzate su soglie più elevate. A causa, sicuramente, anche del forte aumento dell’inflazione e della conseguente erosione degli stipendi che si sono verificati in questi anni, anche in Veneto molte famiglie sono state costrette a concentrare gli acquisti in particolare per “vivere” e per recarsi/tornare dai luoghi di lavoro/studio.

Scomponendo i 1.231 euro di spesa mensile obbligata riferiti alle famiglie venete, constatiamo che 519 euro sono riconducibili all’acquisto di beni alimentari e bevande analcoliche, 365 per la manutenzione della casa, bollette e spese condominiali e 347 per i trasporti, ovvero per il pieno dell’auto e per gli abbonamenti su bus/tram/metro/treni. A questi 1.231 euro vanno sommati 1.025 euro che, invece, sono ascrivibili alla cosiddetta spesa complementare, che fa salire la spesa complessiva media regionale a 2.257 euro.

Gli artigiani e i piccoli commercianti vivono prevalentemente dei consumi delle famiglie. In particolare di quelle che risiedono nelle aree in cui sono ubicate fisicamente queste piccole realtà imprenditoriali. Se gli acquisti diminuiscono e in massima parte sono destinati a “coprire” le spese “obbligate”, è evidente che anche i fatturati delle piccole realtà artigianali e commerciali ne risentono negativamente. La crisi che ha interessato tantissime botteghe artigiane e altrettanti negozi di vicinato è sicuramente ascrivibile alle tasse, al caro-affitti, alla concorrenza molto aggressiva praticata dai centri commerciali e dalla forte espansione del commercio on line, ma certamente anche dal calo dei consumi che, purtroppo, in questi ultimi 10 anni ha riguardato le famiglie meno abbienti e anche quelle che costituiscono il cosiddetto ceto medio.

Non è da escludere che, con spese “obbligate” in grado ormai di “drenare” ben oltre la metà della spesa totale delle famiglie venete, i prossimi acquisti di Natale subiscano una frenata rispetto a quanto avvenuto nel 2023. L’anno scorso, infatti, le stime indicano che in Veneto la spesa per i regali da mettere sotto l’albero è stata pari a poco più di un miliardo di euro. Quest’anno, invece, dovrebbe aggirarsi attorno ai 900 milioni di euro (-10%). Le ragioni di questa contrazione vanno ricercate nella minore disponibilità di spesa delle famiglie, a fronte delle difficoltà economiche avvertite negli ultimi mesi, e dal fatto che sempre più persone anticipano l’acquisto dei regali di Natale a fine novembre, approfittando degli sconti offerti dal Black Friday.

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