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Medici aggrediti, due casi in pochi giorni

Sempre più una emergenza

Non ci sono più medici di base

Giovedì 28 novembre, il pronto soccorso dell'ospedale dell'Angelo a Mestre è stato teatro di un episodio di violenza che ha scosso profondamente pazienti e personale sanitario. Intorno alle 8.30 del mattino, un individuo è andato fuori di sé, lanciando una sedia e scagliandosi contro il vetro della guardiola. L'atmosfera si è rapidamente trasformata in un caos, con il terrore che si diffondeva tra i pazienti in attesa di cure mediche. Questo episodio, tuttavia, non è un caso isolato.

Solo pochi giorni prima, domenica 24 novembre, un altro episodio di violenza aveva sconvolto lo stesso pronto soccorso. Un uomo di 50 anni, di nazionalità irlandese, aveva distrutto i monitor della sala d'aspetto, costringendo le infermiere a nascondere i pazienti nella guardiola per proteggerli. L'uomo, in evidente stato di alterazione alcolica, aveva passato la notte in ospedale prima di essere dimesso. Armato di uno schermo del Pc e di un triangolo segnaletico, aveva scatenato il panico, tentando di forzare la guardiola vetrata del triage e lanciando oggetti contro le vetrate. Alla fine, è stato arrestato, ma non prima di aver messo sottosopra l'intera sala d'attesa.

Questi due episodi sollevano interrogativi importanti sulla sicurezza all'interno delle strutture ospedaliere. Come possono i medici e gli infermieri, già sotto pressione per la gestione delle emergenze sanitarie, sentirsi al sicuro in un ambiente che dovrebbe essere un rifugio per i malati? E come possono i pazienti, spesso in condizioni di vulnerabilità, essere protetti da simili episodi di violenza? 

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