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veneto
04.12.2024 - 06:56
Montegrotto, una cittadina conosciuta per le sue terme e il turismo, è stata teatro di una tragedia che ha scosso profondamente la comunità. Un giovane di 33 anni, di origini marocchine, è stato trovato morto su un marciapiede in via Aureliana, vicino all'ex hotel Bertha. Il freddo pungente di una mattina di dicembre ha probabilmente contribuito al malore che gli è stato fatale. La scoperta del corpo è avvenuta grazie a un automobilista di passaggio, che ha immediatamente allertato i carabinieri. Tuttavia, quando i soccorsi sono giunti sul posto, era ormai troppo tardi.
Il giovane, identificato grazie al passaporto trovato nei suoi abiti, era senza fissa dimora e sembra provenisse dal Trevigiano. La sua vita, vissuta ai margini della società, si è conclusa in solitudine, senza che nessuno potesse prestargli aiuto in tempo. Non sono stati rilevati segni di violenza sul corpo, ma le autorità hanno disposto ulteriori accertamenti per chiarire le cause del decesso, incluso l'eventuale uso di sostanze stupefacenti.
La morte del giovane ha sollevato un'ondata di polemiche e riflessioni sulla gestione dell'accoglienza per i senza fissa dimora. Il sindaco di Montegrotto, Riccardo Mortandello, ha espresso profondo rammarico per l'accaduto, sottolineando come la città abbia sempre cercato di accogliere chiunque necessiti di aiuto. Tuttavia, Mortandello non ha risparmiato critiche al governo centrale, accusato di ostacolare i comuni che cercano di offrire accoglienza. "Il governo non fornisce gli strumenti necessari per agire", ha dichiarato, evidenziando come la Diocesi sia stata l'unica entità a supportare attivamente il comune in questi anni.
La tragedia ha anche riacceso il dibattito sulla sicurezza negli hotel dismessi, spesso rifugio per i senzatetto. Elisabetta Baldi, leader dell'opposizione, ha sottolineato la necessità di fare di più per garantire la sicurezza in questi luoghi, presentando un'interrogazione in consiglio comunale. Gli alberghi abbandonati, come l'ex hotel Bertha, diventano spesso rifugi improvvisati per chi non ha un tetto sotto cui ripararsi, ma la mancanza di condizioni adeguate può trasformarli in trappole mortali.
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