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veneto
04.12.2024 - 07:01
Il recente declassamento del lupo da "specie strettamente protetta" a "specie protetta" ha acceso un acceso dibattito in Trentino e oltre. La decisione, presa il 3 novembre dal Comitato Permanente della Convenzione di Berna, entrerà in vigore tra tre mesi e ha già suscitato reazioni contrastanti tra le diverse parti interessate. Da un lato, esponenti politici e associazioni di agricoltori vedono in questo cambiamento un'opportunità per gestire meglio la fauna selvatica e proteggere le attività economiche locali. Dall'altro, le associazioni animaliste denunciano un pericoloso precedente che potrebbe minacciare la biodiversità e la convivenza tra uomo e natura.
La modifica dello status del lupo è stata accolta con entusiasmo da alcuni esponenti politici locali, come l'assessore provinciale Roberto Failoni, che ha definito la decisione un "passo importante" verso una gestione più equilibrata della fauna selvatica. Anche Mara Bizzotto, vicepresidente vicario del gruppo della Lega a Palazzo Madama, ha sottolineato l'importanza di consentire piani di contenimento e abbattimento selettivo per proteggere gli allevatori e le attività agro-silvo-pastorali. Tuttavia, le associazioni animaliste, tra cui l'Enpa e la Lav, hanno espresso forte preoccupazione. Secondo loro, il declassamento non solo non migliorerà la convivenza tra uomini e lupi, ma potrebbe anche incoraggiare il bracconaggio. Massimo Vitturi della LAV ha criticato la decisione come un intervento ideologico a favore di cacciatori e allevatori, ignorando le evidenze scientifiche.
Il Trentino è una regione che da sempre vive in stretta relazione con la sua fauna selvatica. La presenza di lupi e orsi è parte integrante del paesaggio naturale, ma rappresenta anche una sfida per le comunità locali. Gli allevatori, in particolare, hanno subito danni significativi a causa degli attacchi ai loro animali, e la questione della sicurezza è diventata centrale nel dibattito pubblico. La proposta di declassamento del lupo si inserisce in un contesto più ampio di gestione della fauna selvatica, che include anche la questione degli orsi. Recentemente, l'abbattimento dell'orso M91 ha sollevato ulteriori polemiche, evidenziando la complessità di bilanciare la protezione degli animali con le esigenze delle comunità umane.
La decisione del Comitato Permanente della Convenzione di Berna riflette una tendenza più ampia a livello europeo verso una maggiore flessibilità nella gestione delle specie protette. Tuttavia, questa flessibilità deve essere bilanciata con la necessità di proteggere la biodiversità e garantire la sostenibilità a lungo termine degli ecosistemi. In Trentino, il dibattito si intreccia con le dinamiche politiche locali. Le parlamentari della Lega, Vanessa Cattoi ed Elena Testor, hanno sottolineato l'importanza di trovare compromessi tra uomo e natura, mentre il consigliere di Onda, Filippo Degasperi, ha richiamato l'attenzione sulla necessità di rispettare gli impegni presi per la gestione della fauna selvatica.
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