VOCE
consiglio comunale
06.12.2024 - 07:00
Trattamento e trasformazione rifiuti all’ex inceneritore di via Amendola? Un vincolo risalente a fine anni ‘80 lo impedisce.
Il “caso Ecopol” ha fatto capolino, giovedì pomeriggio, in consiglio comunale, attraverso una interrogazione proposta dalla capogruppo di Civica per Rovigo Elena Biasin che ha messo sul tavolo una carta in più nella partita del procedimento di autorizzazione dell’impianto a desorbimento termico proposto, appunto, da Ecopol. Tutto questo proprio l’indomani della scadenza della proroga richiesta ed ottenuta dalla società per presentare le proprie integrazioni alla documentazione, così come erano state richieste dal comitato Via della Provincia che deve decidere proprio se sottoporre o meno il progetto alla valutazione di impatto ambientale. La risposta dovrebbe arrivare entro Natale, a meno di altri colpi di scena.
Tornando all’interrogazione in aula a palazzo Nodari, Biasin è intervenuta spiegando: “Il progetto Ecopol è in fase di screening di Via. Attraverso degli accessi agli atti ho verificato che l’area in cui insiste il deposito rifiuti era stata acquisita nel 1989 da una ditta a seguito del contratto di compravendita stipulato con il Comune di Rovigo. Ed era stato autorizzato da una delibera di giunta del 1988, modificata qualche mese dopo. La cessione dell’immobile di via Amendola era collegata a una specifica convenzione sottoscritta nel 1989 che prevedeva l’obbligo per la ditta acquirente di non eseguire nell’area nessun tipo di trattamento e trasformazione di rifiuti. Evidenzio che le delibere di giunta al tempo venivano inviate al Coreco, un comitato regionale di controllo che valutava gli atti amministrativi. La delibera recepiva un’indicazione del Coreco che affermava la natura vincolante dell’obbligo, ai fini della conclusione del contratto di compravendita. Quindi la giunta ha modificato una precedente delibera prendendo atto delle indicazioni che venivano dal Coreco”. Dunque Biasin ha chiesto al sindaco Valeria Cittadin “quali siano le intenzioni dell’amministrazione”. Inoltre, ha chiesto “se intenda acquisire il parere igienico sanitario dall’Ulss 5 ai fini della classificazione come industria insalubre”.
Dal canto suo, Cittadin si è riservata di presentare una risposta scritta ma non ha lesinato piccate critiche alla Civica: “Tutte queste belle domande perché non ve le siete poste nel 2023, quando la ditta ha chiesto questa implementazione e stavate amministrando la città? Mi pare che adesso ci sia un pullulare di domande a volte in modo subdolo. Avrei proprio voluto vedervi andare in piazza contro voi stessi”.
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