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l'allarme

Il Governo lascia a secco le idrovore

Approvato all'unanimità l'ordine del giorno di Nadia Romeo per ripristinare la dotazione finanziaria ai Consorzi di Bonifica

Idrovore rumorose: scatta la protesta

Per la prima volta nella storia della Repubblica, la Legge di Bilancio non prevede i fondi necessari per rifinanziare la legge sulla subsidenza. Quei fondi necessari ai Consorzi di Bonifica per mantenere in funzione le idrovore e garantire la sicurezza idraulica in Polesine, ma anche nel delta ferrarese e nel Ravennate. 

Una lacuna alla quale ha cercato di porre rimedio Nadia Romeo, rodigina, deputata del Pd che, nella giornata di oggi, martedì 10 Dicembre, alla Camera, ha presentato un Ordine del giorno per ripristinare la dotazione finanziaria, facendosi portavoce della preoccupazione e delle istanze dei Consorzi di Bonifica, di Anbi, dei Comuni, del Gal, dei gruppi di Protezione Civile, delle associazioni di categoria del mondo dell’agricoltura. Un ordine del giorno votato all’unanimità al termine della discussione e per il quale l’onorevole Romeo ha chiesto che siano immediatamente previste le risorse richieste.

“La legge di Bilancio 2025 – ha spiegato Romeo nel proprio intervento - per come è stata disegnata, priva il Polesine dei fondi necessari per garantire la sicurezza idraulica, requisito essenziale per la tutela e la salvaguardia di questa terra sia dal punto di vista ambientale che economico. Una lacuna gravissima, che tocca anche, seppure in misura minore, le province di Ferrara e Ravenna”. 

“Questi territori, infatti, sono stati colpiti, nei decenni passati, dal fenomeno della subsidenza, l’abbassamento del terreno, dovuto alle estrazioni di gas. L’attività estrattiva è stata fermata negli anni Sessanta, quando le sue conseguenze negative vennero scoperte e approfondite, ma il danno, ormai era fatto. Ed era permanente. Da allora, per evitare inondazioni e allagamenti, nei territori situati più in basso rispetto al livello del mare, oltre alle arginature e alle altre opere di difesa, è necessario tenere costantemente in funzione le idrovore, gestite dai Consorzi di Bonifica. I costi sono ingenti e i finanziamenti assolutamente necessari.”

“E’ il prezzo che il Polesine in primo luogo, il Ferrarese e il Ravennate in secondo – ha detto ancora Romeo - hanno pagato per avere alimentato e sostenuto, nel Secondo Dopoguerra, lo sviluppo industriale del Paese, per il quale il gas metano era fondamentale. Tra il 1945 ed il 1949 la produzione del Polesine rappresentava circa il 40% di tutta quella nazionale per quel che riguarda il gas naturale”. 

“Il costo di questo sviluppo è stato alto: già dal 1950 iniziò a manifestarsi il fenomeno della subsidenza. Dal 1951 al 1980 il territorio deltizio si è abbassato di oltre un metro, restando esposto, di conseguenza, ad alluvioni e allagamenti. E’ stato dunque necessario intervenire in maniera massiccia e continuativa per evitare il ripetersi di tragedie come quella della grande alluvione del Polesine, che è ancora nella memoria di chi l’ha subita, ma anche di chi è venuto dopo”.

 “Il territorio è oggi mantenuto in sicurezza attraverso la costante attività delle idrovore e dei consorzi di Bonifica: uno sforzo che dura 365 giorni all’anno e che ha costi elevati, sia in termini di personale che di energia. Per questo, da quando il problema si è palesato, sono sempre stati previsti, a livello centrale, fondi per coprire queste spese”.

 “Dal 1957 – ha ricordato Romeo -  con la legge n. 595/1957 fu lo Stato ad assumersi l’onere delle spese dei lavori di bonifica, sino al 1977. Successivamente varie leggi hanno attivato specifiche linee di finanziamento per consentire ai Consorzi di bonifica di attuare opere che permettessero di presidiare un territorio sempre più fragile. Infine,  è stata la Legge 27 dicembre 2017 a prevedere i finanziamenti necessari”.

 “Oggi, per la prima volta nella storia Repubblicana del nostro Paese, invece, queste terre vengono abbandonate a se stesse, dal punto di vista della sicurezza idraulica: la legge di Bilancio 2025 non ha infatti previsto il rifinanziamento del Fondo sopra citato. I danni, permanenti, restano. I costi necessari per garantire la sicurezza idraulica restano. I fondi necessari, invece, incredibilmente scompaiono. Ci auguriamo davvero, che questa lacuna sia solo una dimenticanza, per quanto grave, alla quale porre rimedio il prima possibile: appare, quindi, evidente la necessità di rifinanziare il Fondo per contrastare i danni causati dalla subsidenza, non lasciando soli gli enti locali del territorio”.

 L'odg è stato votato all'unanimità dall'aula. “Adesso – chiude Romeo - aspettiamo i fatti e quindi le risorse, che devono essere riallocate immediatamente”.

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