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veneto
11.12.2024 - 17:47
I carabinieri del Nucleo Operativo di Padova, in collaborazione con le procure di Padova e dei minori di Venezia, hanno arrestato due giovani di 23 anni, residenti a Fossò, nel veneziano. I due sono considerati i leader di una banda composta da altre sette persone, sei delle quali minorenni. Le accuse a carico del gruppo includono aggressione, rapina e porto abusivo d'armi, con un totale di almeno 40 capi d'imputazione .
Secondo quanto riportato, gli attacchi erano organizzati nei minimi dettagli e avevano come obiettivo specifico le persone omosessuali, incontrate principalmente in via Polonia, una nota area della prostituzione omosessuale nella zona industriale di Padova.
Il gruppo, a quanto emerge dalle indagini, cercava le vittime fingendosi clienti e concordando incontri in luoghi appartati. Qui, i complici nascosti uscivano allo scoperto per assalire gli ignari bersagli. Le aggressioni non si limitavano a mani nude: in molti casi venivano usate mazze da baseball, piedi di porco, coltelli e persino pistole .
Alcune vittime hanno riportato gravi lesioni, tra cui fratture craniche, con prognosi superiore ai 40 giorni . Oltre alla violenza fisica, gli assalitori sfogavano il loro disprezzo con atti vandalici, incidendo scritte offensive e simboli osceni sulle carrozzerie dei veicoli delle vittime. Gli aggrediti venivano inoltre derubati da portafogli, scarpe, apparecchi acustici e altri oggetti personali.
In un caso particolarmente grave, una vittima è stata sequestrata per circa un'ora, mentre alcuni membri della banda prelevavano denaro con il bancomat della persona aggredita. È emerso che il gruppo utilizzava la radio per comunicare e coordinare i blitz.
Le indagini sono iniziate l'11 giugno, dopo la denuncia di una delle vittime. I carabinieri, sotto la guida del maggiore Enrico Zampolli e su disposizione del pm Roberto D'Angelo, hanno avviato una serie di controlli sul territorio. Grazie all'analisi di filmati di sorveglianza, monitoraggio telefonici e operazioni in abiti civili, gli inquirenti sono riusciti a identificare le responsabilità.
Il gruppo è composto da ragazzi residenti tra le province di Padova e Venezia, con origini italiane e marocchine. Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti numerosi oggetti legati agli attacchi: armi, maschere e un posacenere con simboli nazisti, tra cui svastiche.
I due 23enni arrestati sono stati trasferiti in carcere e attendono l'interrogatorio di garanzia. Gli altri membri della banda, tutti incensurati e finora sconosciuti alle forze dell'ordine, sono stati denunciati.
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