VOCE
Il progetto
11.12.2024 - 21:00
“Più chiarezza da parte della ditta Apis Ro1 Società Agricola srl di Bolzano che ha proposto il progetto di un nuovo impianto a biometano a Sarzano e altrettanta chiarezza da parte dell’amministrazione comunale”. E’ quanto chiede l’associazione Legambiente Rovigo che interviene sull’ipotesi di una nuova centrale affacciata su via Calatafimi.
“La produzione di biometano può rappresentare un’alternativa ambientalmente sostenibile ai combustibili fossili molto interessante e sempre meno trascurabile - spiega l’associazione ambientalista - a condizione che essa sia realizzata nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Inoltre, nonostante la tecnologia sia sostanzialmente la medesima, è bene non fare confusione tra impianti di digestione anaerobica per la produzione di biometano da rifiuti organici e impianti che trattano scarti agricoli e zootecnici, che non sono rifiuti: i primi sono già presenti in Veneto e non ne abbiamo necessità ulteriore in regione; i secondi sono invece sempre più necessari per garantire ad allevamenti, attività agricole ed agroindustriali, una corretta gestione degli scarti organici”.
Ecco perché Legambiente chiede maggiore chiarezza ai proponenti ed al Comune, “perché è fondamentale che attorno l’impianto di Sarzano non aleggino mistificazioni ma si entri nel merito per discutere le criticità, garantendo trasparenza ed informazione”. Gestione sostenibile della materia prima e collocazione degli impianti di biometano, sono secondo Legambiente gli elementi essenziali per garantire che gli impianti non entrino in competizione con la produzione alimentare e non comportino un aumento della pressione viabilistica sul territorio. Anche il digestato prodotto dall’impianto deve essere gestito in modo corretto e sostenibile. Altro elemento che sottolinea Legambiente è quello della partecipazione della comunità “troppo spesso sottovalutata”.
Caterina Nale, presidente di Legambiente Rovigo, invita quindi “le istituzioni competenti a fare massima chiarezza attorno al progetto proposto, assicurandosi che esso sia progettato e soprattutto gestito in modo da minimizzare gli impatti ambientali, verificando la sussistenza dell’interesse degli imprenditori agricoli del territorio a conferire i propri scarti ed a ricevere il digestato prodotto. Al Comune di Rovigo chiediamo di cogliere l’opportunità di discussione su questo tema aprendo alla partecipazione della comunità. Al di là delle verifiche che chiediamo di fare prima di approvare o bocciare un progetto, ci preme sottolineare che asfaltare una strada non può certo essere una compensazione sufficiente”.
E proprio mentre a Sarzano si sta costituendo un comitato di residenti per affrontare la questione del progetto di un impianto foto-agrovoltaico, Vanni Destro della Rete dei comitati polesani a difesa della salute e dell’ambiente sul progetto del biometano commenta: “Al momento è il progetto più grande del Polesine. Al momento. Il fatto che le amministrazioni comunali, non tutte per fortuna, accampino la scusa che decidere sulla fattibilità o meno dell’impianto non sia di loro competenza, ma tutto sia in capo alla Regione è un modo per scrollarsi di dosso ogni responsabilità. A Rovigo, come finora tra decine di progetti presentati era successo solo a Ceregnano, pare si accolga oltretutto in modo positivo questo impianto senza neppure, a quel che è dato sentire dall’assessore Lorenzo Rizzato, conoscere a fondo di cosa si tratti. E’ quasi disarmante che i Comuni di Villadose o San Martino non facciano sentire la propria voce pur essendo chiaramente impattati da questo proliferare di impianti senza neppure essere stati consultati”.
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