VOCE
l’esternalizzazione
12.12.2024 - 06:00
La commissione di Azienda Zero è al lavoro sulla partita per l’esternalizzazione del servizio di gestione della casa di riposo di San Bortolo gestita da Iras. Martedì scorso si è chiuso il termine per la presentazione dei chiarimenti da parte dell’unico soggetto privato che ha presentato un’offerta alla manifestazione di interesse pubblicata da Azienda Zero tramite avviso pubblico lo scorso 4 giugno. E le integrazioni all’offerta sono effettivamente state depositate, spiega il sindaco Valeria Cittadin che sta seguendo da mesi in prima persona la vicenda Iras. Adesso “la commissione deve valutare i documenti”, afferma. E per farlo ci vorrà un po’ di tempo. Non a caso, la stessa Cittadin aveva fatto sapere che l’esito della commissione arriverà con tutta probabilità dopo il periodo di festività, dunque non prima di gennaio. Solo allora si saprà quale strada prenderà il procedimento di esternalizzazione. Detto in altre parole, si saprà se il processo di privatizzazione arriverà a compiersi. A meno di cambi di programma, la tabella di marcia, comunque, prevede che dopo la manifestazione d’interesse, chi si aggiudica il project financing diventando “promotore” deve poi realizzare un progetto di gestione, con la necessaria validazione da parte di Azienda Zero e di Iras, per approdare poi al bando vero e proprio di gestione, con procedura aperta e con la possibilità del “promotore” di esercitare un diritto di prelazione.
In tutto questo, Cristiano Maria Pavarin, segretario generale della Uil Fpl Rovigo, fa sentire la voce del sindacato che chiede “chiarezza, garanzie, rassicurazioni”. In particolare, Pavarin spiega: “Per i lavoratori dell’Iras questo limbo in cui si trovano ormai da anni è diventato un peso insopportabile. Nessuna notizia sulla procedura in corso, anche se evidentemente i termini sono ormai scaduti. Questo non fa che alimentare il clima di incertezza generale e generalizzato che è dannoso poi per la qualità del lavoro. Perché una situazione del genere sarebbe pesante per un’azienda manifatturiera, ma in questo caso non ci dobbiamo dimenticare che i dipendenti sono lavoratori che si occupano di accudire i nostri anziani e lo devono fare nel migliore dei modi. Invece così non è e il rischio è che questo vada a colpire la qualità del servizio. Certo, l’impegno di chi per anni ha superato fasi difficili, non dimentichiamoci della terribile parentesi Covid, non manca mai, ma la serenità, quella ancora è lontana. E invece è un elemento essenziale per una buona assistenza”. A questo punto, quindi, la Uil Fpl chiede senza tanti giri di parole: “Cosa sta accadendo alla procedura per l’esternalizzazione dell’assistenza con la formula, da noi non certo apprezzata del project financing? Se il piano non è sostenibile, lo si dica chiaramente e ci si faccia su le maniche per trovare la strada migliore per tutelare l’Iras. Pubblico. I dipendenti, gli ospiti e i familiari devono uscire da questa insopportabile fase di stasi che si prolunga da troppo tempo”. Non solo: Pavarin chiede di recuperare il “piano Zanon” per salvare l’ente perché “ora senza la zavorra di bilancio che era rappresentata da casa Serena, è più che percorribile. Dunque, il comune paghi quanto accantonato arrivando a chiudere la transazione, come buonsenso vuole, proposta che era già stata fatta a più riprese e che ora, soprattutto se le alternative ipotizzate non hanno avuto esito, appare davvero come la strada migliore”.
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