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L’allarme

In crescita stalking e violenze

I dati della Procura. Restano stabili, invece, i maltrattamenti e le lesioni personali

"Mi ha stuprata in spiaggia"

In crescita netta, negli ultimi 11 mesi e mezzo, ossia dal primo gennaio al 15 dicembre, gli episodi di stalking, o atti persecutori che dir si voglia, e di violenza sessuale.

I primi, rispetto al 2023, sono passati da 127 a 169 mentre le seconde da 47 a 62. In percentuale, si parla di aumenti del 32% e del 33%: decisamente significativi a livello statistico.

E’ quanto emerge dai dati divulgati dalla Procura della Repubblica di Rovigo, che ha competenza non solo per i 51 Comuni del Polesine, ma anche su 30 della Bassa Padovana. Quella che ne emerge, di conseguenza, non è una fotografia perfetta della situazione della sicurezza in Polesine, ma comunque un affresco importante di un territorio che ha forti tratti di omogeneità, al di là dei confini provinciali.

Per quanto riguarda le altre tipologie di reati principali presi in esame da questa analisi, i maltrattamenti sono sostanzialmente stabili, passando da 237 a 239.

Drasticamente diminuiti gli omicidi, passati da 10 a 4, mentre i tentati omicidi sono passati da 0 a 1.

In aumento gli episodi di violenza privata, che da 70 diventano 97, così come le minacce, 139 nel 2023, 190 nell’anno in corso.

Aumento importante, pur tenendo presente che si parla di un campione davvero esiguo, dal punto di vista quantitativo, per i casi di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, che diventano 13 rispetto alle 9 occorrenze del 2023.

Per quanto riguarda le varie tipologie di lesioni personali, aggravanti incluse, si va dalle 522 del 2023 alle 474 dell’anno in corso.

Come detto, a colpire maggiormente, alla luce di questi dati, è il forte aumento degli episodi di stalking e di violenza sessuale.

Vale la pena domandarsi, quindi, se un incremento di questo tipo dipenda, effettivamente, da una maggiore propensione a commettere questi reati o se, al contrario, stia crescendo la consapevolezza del disvalore di determinati comportamenti, così che a crescere, in realtà, sono le denunce presentate, non i casi effettivamente verificatisi.

Una risposta definitiva è difficile, ovviamente, da raggiungere, ma è possibile una analisi.

Ad affrontare l’argomento, è Anna Osti, avvocato penalista, presidente dell’associazione Altoditerra, che si occupa di assistenza alle vittime di violenza, donne e minori.

Assistenza a 360°: legale, psicologica, quotidiana per quanti scelgono di uscire da una situazione di oppressione, umiliazione, violenza.

“Personalmente, mi soffermerei in primo luogo su questi dati: da un lato, l’aumento delle violenze sessuali e degli stalking, ma, dall’altro, la sostanziale stabilità dei maltrattamenti e delle varie tipologie di lesioni personali. Questo lascia pensare che, effettivamente, l’incremento delle prime due tipologie di reati non sia unicamente frutto di una maggiore propensione a denunciare, perché, altrimenti, ne troveremmo traccia anche per quanto concerne l’andamento di maltrattamenti e lesioni”.

Detto questo, è comunque incontrovertibile come la presenza di numerosi servizi sul territorio consenta di facilitare il percorso per quanti scelgono di denunciare la violenza subita e di fare emergere situazioni problematiche.

“Pensiamo, per esempio, alla presenza degli psicologi a scuola - prosegue Osti - In questo senso, allora, più che una maggiore propensione a denunciare, possiamo ritenere che per alcuni reati la emersione sia favorita dagli strumenti messi a disposizione della collettività. Questo, a quanto vediamo, è vero soprattutto per i giovani”.

Il dato oggettivo, forte, secondo questa lettura, però, è un aumento del disagio, psicologico in primo luogo.

“Sulla base della nostra percezione - chiude la presidente di Altoditerra - sull’andamento di determinate tipologie di reato, come lo stalking, ravvisiamo un collegamento diretto con la crescita di situazioni di disagio, sociale e mentale. Per gli atti persecutori, in particolare, crediamo che sia questa la causa prima, onestamente, piuttosto che il generico aumento della propensione a denunciare”.

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