VOCE
Vicenza
22.12.2024 - 16:14
Paola Pettinà, 46 anni, è al centro di un'indagine che la vede sospettata di aver causato la morte di quattro anziani che avrebbe dovuto assistere. La storia si dipana tra inganni, false identità e un uso letale di farmaci, trasformando quella che sembrava una tranquilla routine di assistenza domiciliare in un incubo per le famiglie coinvolte.
LA FINTA BADANTE: UN ANGELO CADUTO
Paola Pettinà si presentava come un'operatrice socio-sanitaria qualificata, una figura di fiducia per le famiglie che le affidavano i propri cari. Angelica Rossi, figlia di Romano Rossi e Graziella Pulliero, due delle vittime, ha raccontato come Pettinà fosse stata consigliata da un'altra operatrice sanitaria, convincendo la famiglia della sua professionalità. "Pensavo di aver trovato un angelo", ha dichiarato Angelica, "invece ho lasciato mamma e papà nelle mani di un orco, di un'assassina". Le parole di Pettinà, lette durante i funerali delle sue vittime, suonano oggi come una macabra beffa: "Ogni persona che lascia questa terra rimane nel cuore di qualcuno. Tu nel mio ci sarai sempre".
UN PIANO DIABOLICO: FARMACI COME ARMA
Le indagini hanno rivelato che Pettinà avrebbe somministrato dosi eccessive di benzodiazepine agli anziani che assisteva, portandoli a un rapido declino. I documenti dell'ospedale San Bortolo, dove Romano e Graziella sono stati ricoverati, potrebbero contenere prove cruciali di questa pratica letale. La figlia Angelica, sconvolta, ha espresso il suo dubbio: "Con il senno di poi e leggendo quello che ha fatto con gli altri assistiti, ho il dubbio che abbia dato qualcosa ai miei genitori".
UN'ANALISI CRIMINOLOGICA: IL PROFILO DI PETTINÀ
La storia di Paola Pettinà è un esempio inquietante di come una persona possa manipolare la fiducia altrui per scopi malvagi. Ex commessa, si era reinventata come badante, costruendo una falsa identità di competenza e dedizione. La sua capacità di ingannare le famiglie, facendosi passare per un'amica devota, è un elemento che colpisce profondamente. La sua firma, "un'amica", apposta sulle lettere lette ai funerali, è un simbolo di quanto fosse riuscita a infiltrarsi nelle vite delle sue vittime.
IL DOLORE DELLE FAMIGLIE: UNA RICERCA DI VERITÀ
Le famiglie delle vittime sono ora alla ricerca di risposte. Angelica Rossi, in particolare, è determinata a scoprire la verità sulla morte dei suoi genitori. "Voglio sapere di cosa sono morti", ha dichiarato, esprimendo il desiderio di confrontare Pettinà e ottenere da lei una confessione. La cremazione dei corpi ha complicato le indagini, ma le cartelle cliniche potrebbero ancora fornire indizi vitali.
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