VOCE
GUARDIA COSTIERA
25.12.2024 - 13:19
Nel cuore pulsante di Venezia, una città che da secoli si confronta con il mare, una nave battente bandiera delle Isole Marshall è stata fermata nel porto, sollevando interrogativi cruciali sulla sicurezza marittima e la gestione ambientale. La maxi-portarinfusa, lunga oltre 220 metri e con una stazza di oltre 43mila tonnellate, è gestita da una società greca e ha visto la sua navigazione interrotta a causa di 13 gravi irregolarità riscontrate dalla Guardia Costiera. Ma cosa significa questo episodio per la sicurezza dei mari e la tutela dell'ambiente?
La scoperta più allarmante riguarda il completo malfunzionamento dell'unica imbarcazione di salvataggio di tipo free-fall. In caso di emergenza, questa imbarcazione sarebbe risultata inoperativa, mettendo a repentaglio la vita dei marinai. È come trovarsi in un edificio in fiamme senza una via di fuga: un rischio inaccettabile per chi lavora in condizioni già di per sé pericolose. Le carenze non si fermano qui. Sono state rilevate avarie a macchinari cruciali come quelli antincendio e ausiliari, oltre a carenze nelle misure di sicurezza per l'equipaggio.
Oltre alle questioni di sicurezza, la nave presenta anche una gestione inadeguata dei rifiuti a bordo. In un'epoca in cui la sostenibilità ambientale è al centro del dibattito globale, la negligenza nella gestione dei rifiuti marittimi rappresenta un grave problema. Le navi sono spesso considerate delle "città galleggianti", e come tali, devono gestire i rifiuti in modo responsabile per evitare di inquinare i mari. Le carenze emerse in questo ambito sono particolarmente preoccupanti, considerando l'impatto devastante che l'inquinamento marino può avere sugli ecosistemi e sulla biodiversità.
Le carenze nelle procedure di emergenza, soprattutto in caso di incendio, sono un altro aspetto critico emerso dai controlli. In un contesto marittimo, dove il tempo di reazione è spesso limitato, avere procedure di emergenza ben definite e funzionanti è essenziale per prevenire disastri. La nave, pertanto, rimane agli ormeggi e non potrà riprendere la navigazione fino a quando non saranno risolte tutte le irregolarità riscontrate. Questo episodio mette in luce l'importanza di un monitoraggio continuo e rigoroso delle condizioni di sicurezza a bordo delle navi, non solo per proteggere l'equipaggio, ma anche per salvaguardare l'ambiente marino.
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