VOCE
veneto
27.12.2024 - 14:30
Due ragazze hanno vissuto momenti di terrore in Piazza Cittadella a Verona, quando un uomo di 36 anni, cittadino pakistano, le ha avvicinate con intenzioni tutt'altro che amichevoli. Sedutosi accanto a loro, l'uomo ha iniziato a molestarle, toccando una delle due nelle parti intime e trattenendola con forza. Non pago, ha poi palpeggiato l'altra ragazza, tentando persino di baciarla. Un pomeriggio che si è trasformato in un incubo, ma che ha visto le giovani reagire con coraggio, riuscendo a fuggire e a denunciare l'accaduto alle autorità.
Le due ragazze, dopo essere riuscite a salire su un autobus e a raggiungere la stazione di Verona Porta Nuova, hanno immediatamente raccontato l'accaduto agli agenti della polizia ferroviaria. La loro prontezza ha permesso di allertare rapidamente la centrale operativa della questura, che ha inviato sul posto le volanti. Gli agenti, in pochi minuti, sono riusciti a intercettare il presunto responsabile ancora in Piazza Cittadella. L'uomo, in evidente stato di alterazione psicofisica, probabilmente dovuta all'assunzione di alcol, ha opposto resistenza, colpendo gli agenti con calci nel tentativo di fuggire. Anche all'interno della volante, ha mantenuto un atteggiamento aggressivo, danneggiando il divisorio in plexiglas e la portiera.
Non è la prima volta che il trentaseienne si trova al centro di simili accuse. Solo un mese fa, era stato denunciato per violenza sessuale, atti sessuali con minorenne e violenza privata, dopo aver toccato nelle zone intime alcune passanti. Un passato che getta un'ombra inquietante sulla sua figura e che solleva interrogativi sulla gestione di tali individui da parte delle autorità. La comunità veronese, intanto, si interroga su come prevenire episodi simili e garantire la sicurezza dei suoi cittadini, soprattutto delle donne, spesso vittime di molestie e aggressioni.
Dopo l'arresto, il cittadino pakistano è stato condotto presso il carcere di Montorio, in attesa dell'udienza di convalida. Martedì mattina, il giudice ha confermato l'arresto, disponendo la custodia cautelare in carcere. Un provvedimento che sottolinea la gravità delle accuse e la necessità di tutelare la comunità da ulteriori episodi di violenza.
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