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a san martino di venezze

Prodi in Polesine: “Fermare la fuga dei giovani”

Dalla politica internazionale all’economia. La parola chiave del 2025 “deve essere pace”

Prodi in Polesine: “Fermare la fuga dei giovani”

Romano Prodi a San Martino di Venezze

Dalla politica internazionale all’economia. La parola chiave del 2025 “deve essere pace”

È stata la sala gremita del Forum di piazzale Pertini di San Martino di Venezze ad accogliere, ieri pomeriggio, Romano Prodi. Invitato dal Gruppo giovani del paese, sollecitato dalle domande di Davide Piasentini e Francesca Favaron, dopo gli intermezzi musicali di Stefano Barison, Davide Mori e Mud, il professore, già Presidente del Consiglio e della Commissione Ue, ha rivisto, alla luce dell'anno che sta per terminare, i principali eventi che lo hanno caratterizzato, sia sul piano italiano che, nazionale.

In una sala piena di pubblico, Democrazia, economia, elezioni americane, il richiamo del nazionalismo, e ancora l'importanza di una politica attiva: questi alcuni dei temi affrontati nel corso dell’incontro. “Ovunque c'è una decadenza della democrazia la gente non va a votare, non c'è interesse politico e comandano sempre di più i soldi” ha esordito Prodi, riguardando le scene delle ultime elezioni statunitensi.

“Specie nel panorama americano - ha continuato - la società è sempre più divisa, ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri”. Katistocracy, ovvero la parola dell'anno scelta dall'Economist, letteralmente il ‘governo dei peggiori’, è stato il punto di partenza per un dialogo ricco di spunti e suggestioni che, toccando anche i temi politici, ha portato a riflessioni economiche: “La paura domina sull'economia, la paura di un’invasione, di una perdita di lavoro per via dell’immigrazione c'è. Compaiono sempre di più sentimenti nostalgici di passati imperialistici o coloniali in diversi paesi. Eppure c'è ovunque un calo della natalità" ha commentato il professore.

Con una planata sul panorama nazionale, ha aggiunto: “Il governo è sempre più lontano dal concetto di democrazia, non è un problema da poco. Lo strumento per riequilibrare si chiama fisco e imposte ma, chi parla di questo, perde le elezioni. La politica è diventata più aggressiva e staccata”.

Concludendo con i riferimenti al suo ultimo libro “Il dovere della speranza”, su uno dei temi più caldi degli ultimi due anni, ovvero il conflitto russo-ucraino: “In 10 anni la Cina è cresciuta una Russia all’anno. La pace o la fanno i cinesi e gli americani, oppure non si fa”. “Adultismo”, secondo Zanichelli, atteggiamento discriminatorio verso i giovani giudicati incapaci e privi di esperienza, l'ultima suggestione della serata. Alla domanda se i giovani non hanno voglia di fare niente, Prodi ha concluso: “Manca il dialogo tra generazioni. I giovani sono una forza ma li vedo frammentati. Anche nelle università, ad esempio, è più importante ‘pascolare’ che frequentare. Mi fa paura l'emigrazione all'estero, se ne vanno uno ad uno. Il problema si risolverebbe mettendoli insieme, creando unità tra loro. È il più serio problema specifico del nostro paese”. Le cause, ha sottolineato: “Sono le tasse, i salari”.

Poi un commento su un'elezione dibattuta, la corsa alla Casa Bianca: “Il senso di un’America forte ha conquistato la folla. È cambiato l'atteggiamento nei confronti dell'Europa, dopo Clinton e Obama, ci sono stati pochi legami e poi, con Trump che vede in essa un nemico, ancora meno”.

Infine tra gli applausi dei presenti e gli auguri per il nuovo anno, non è mancato il suo monito: “Se dovessi scegliere una parola chiave per il 2025, vorrei fosse ‘Pace’”

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Commenti all'articolo

  • natalino@studioallegro.it

    natalino

    30 Dicembre 2024 - 12:15

    PACE? Prodi ha scoperto l'acqua calda!

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  • frank1

    30 Dicembre 2024 - 10:51

    prodi chi? quello che ha voluto farci entrare in europa,pagando anche un tassa d'ingresso? quello che disse:con l'euro staremo meglio e lavoreremo di meno? quello al suo insediamento come premier introdusse 69 tasse ex novo?? è lui per caso??

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