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le interviste di fine anno

“Impegno totale per il Polesine”

Nadia Romeo: “Abbiamo tante eccellenze, ma serve una cabina di regia. Il Governo ha trascurato il nostro territorio”

“Impegno totale per il Polesine”

L’anno che sta per terminare ha sancito l’ingresso alla Camera dei Deputati di Nadia Romeo, del Pd. Una responsabilità che sta vivendo con grande impegno.

Onorevole Romeo, com’è stato il suo 2024?

“Un anno altalenante nelle emozioni e negli impegni. E’ stato complicato nella prima parte, perché come Pd abbiamo vissuto una sconfitta elettorale che ha bruciato e questo non si può nascondere, perché non si è riusciti a far capire il nostro messaggio. Poi da giugno, ho assunto l’importante impegno di parlamentare che è un onore e un onere. E’ stato emozionante per due ragioni: perché è arrivato nell’anno del centenario dell’assassinio di Matteotti, politico di tradizione socialista dalla quale provengo. Ed è stato emozionante il fatto che il centrosinistra abbia di nuovo un rappresentante in Parlamento, tra l’altro una donna. Emozionante sì, ma con la responsabilità di dover rimettere insieme una comunità di centrosinistra nel nostro territorio che negli ultimi anni non è stata rappresentata”.

Facendo politica a Roma, come è cambiata la sua percezione della nostra Provincia?

“Nel momento in cui sono entrata in Parlamento, ho avuto la percezione che il nostro territorio non pesasse per nulla e che le esigenze del Polesine non fossero rappresentate. Basti pensare che c’era in discussione un decreto legge per l’acquacoltura e l’agricoltura e non era stata inserita l’emergenza granchio blu. Dopo mesi di lavoro, la percezione è che il Polesine abbia tante eccellenze, tante ricchezze, tante opportunità da cogliere, mettendo in campo l’ascolto, che è uno degli elementi che va coltivato per conoscere il territorio in profondità. Ho maturato l’idea che quello che manca sia una cabina di regia: non esiste un punto di riferimento che metta insieme tutto il ‘sistema Polesine’, comprese associazioni e movimenti, e lo faccia pesare, politicamente, a livello nazionale e regionale. E’ una cosa che può essere costruita”.

E’ stata da subito molto impegnata in aula, quali sono le principali proposte a cui ha lavorato?

“Ci sono i pacchetti che riguardano il nostro territorio, come l’emergenza granchio blu affrontata dal giorno successivo al mio ingresso in aula, la Zls, i patti territoriali, il finanziamento della legge per la subsidenza per la quale bisognava trovare le risorse. A livello nazionale, invece, c’è il ‘decreto casa’ per il quale ho proposto degli emendamenti che potessero portare ad investire sull’emergenza abitativa. E ancora, emendamenti per migliorare la condizione della maternità e la decontribuzione. Nell’ultimo ‘decreto flussi’ ho fatto delle proposte per far incontrare domanda e offerta. Ho chiesto ci fosse attenzione per quello che chiede il mondo economico nazionale ma anche per la formazione, in modo da investire in sicurezza sul lavoro. Stiamo facendo una battaglia per la sanità pubblica, che rimane uno dei principali problemi del Paese, delle proposte in materia di lavoro per i giovani e turn over nelle pubbliche amministrazioni”.

Quali si aspettava che potessero essere accolte?

“Intanto l’emergenza granchio blu riconosciuta da tutti ma poi, alla fine, le risorse non sono state messe a disposizione. Eppure c’erano, è stata una scelta politica. Poi la zls: c’era tutto per attrarre imprese, trovare posti di lavoro qualificati. Invece è stata una presa in giro: gli 80 milioni di euro per Venezia e Rovigo c’erano da maggio ma non li hanno voluti spendere. Se ne è parlato molto ma alla fine questo governo non ha voluto investire. Ho presentato un emendamento per il rifinanziamento nel 2025. Lo stesso vale per i patti territoriali perché 10 milioni di euro sono un investimento importante che avrebbe sostenuto delle eccellenze come il distretto della giostra e il distretto ittico. Invece è stato l’insuccesso più grande anche per questa maggioranza e per questo governo”.

L’esperienza in Parlamento è come se la aspettava?

“E’ un posto in cui si prendono delle decisioni importanti ma non lo capisci finché non varchi quella soglia. Se hai voglia di lavorare capisci che puoi essere l’attore principale per il cambiamento ma è una consapevolezza che acquisisci solo quando entri”.

A che cosa sta lavorando per il 2025?

“La subsidenza è una priorità: c’è l’assoluta necessità di riportare al centro quella proposta fondamentale per i nostri consorzi. Poi la politica per l’agricoltura e la pesca per far sì che il prodotto del Polesine sia valorizzato. E poi i temi della salute e del lavoro da rimettere al centro. Per Rovigo ci sarà da affrontare anche i temi della Nogara mare e della Romea commerciale”.

Questione Pd: che cosa serve al partito di Rovigo per un cambio di passo decisivo?

“Bisogna tornare a contatto con la gente, lavorare a livello territoriale con delle proposte. Bisogna essere meno proiettati in noi stessi e più all’esterno. Il Pd ha tutte le potenzialità per crescere. Deve aprirsi? Sì, ma è sempre stato aperto. C’è bisogno di lavorare pancia a terra per rappresentare i cittadini, le aziende, il territorio. Lavorare per creare proposte e fare squadra. Un partito maturo deve fare questo. Abbiamo tutti il dovere, con l’avanzare di una certa destra, di dare risposte che siano rivolte a rappresentare e tutelare le persone con fragilità senza lasciare solo nessuno. Non dobbiamo abbandonare il nostro spirito di rappresentare chi è più in difficoltà ma anche garantire delle proposte che diano soluzioni. Chi vuole rappresentare il centrosinistra non può sottrarsi a questo. E’ una vera e propria missione”.

Che cosa porta del 2024 nel nuovo anno e che cosa lascia volentieri indietro?

“Di questi mesi, porto con me una umanità ritrovata. Ho girato molto per le associazioni, tra i cittadini. Ho sentito una umanità e una voglia di partecipazione che c’è. Se ascolti, se vai tra le persone, cogli che c’è umanità e voglia di valorizzare il lavoro e il territorio. Mi porto questo bagaglio positivo, una riscoperta che dà anche a me la carica e mi fa lavorare con entusiasmo, sapendo che c’è sul territorio chi chiede di essere rappresentato. E poi il fatto che questa forza si ripercuota nel gruppo del Pd alla Camera che è unito e coeso. Quello che lascio indietro è la sconfitta di tutto il centrosinistra in città. Lascio indietro il fatto che non siamo riusciti ad incidere come centrosinistra sui temi quali Iras, il lavoro e che poi ha fatto sì che gli elettori ci abbiano puniti. Perché non abbiamo saputo spiegare bene quello che volevamo fare e non abbiamo ascoltato quello che la città chiedeva. E’ un capitolo chiuso che deve essere di insegnamento per non ripetere gli stessi errori e deve far guardare ad un centrosinistra coeso e unito”.

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