VOCE
qualità dell'aria
04.01.2025 - 20:02
Brusavecia Boscochiaro 2018 (1)
Nel giorno in cui viene certificato il nono sforamento consecutivo del Pm10, Rovigo è tornata senza limitazioni al traffico e ai riscaldamenti. O meglio, quelli comunque previsti dall’ordinanza che è stata emessa a settembre e che resta in vigore da ottobre fino a fine aprile. Che prevede anche il divieto di falò. Tuttavia, è consentita una deroga per i falò rituali in occasione dell’Epifania, che salterebbe solo nel caso di allerta rossa, che a questo punto è da ritenersi scongiurata. Busavecia salva, dunque. I nostri polmoni un po’ meno.
Anche perché, se pure venerdì il limite della concentrazione giornaliera del Pm10 di 50 microgrammi per metro cubo è stato abbondantemente superato, con 77 microgrammi a Rovigo, 79 a Borsea, ben 86 a Badia, in tutti e tre i casi il nono sforamento consecutivo quando a dieci scatta l’allerta rossa, e 69 anche nella più “ariosa” Adria, quello che preoccupa è il più insidioso Pm2,5, la parte più piccola del particolato, che come spiegato dal primario di pneumologia di Rovigo Gian Luca Casoni “se il Pm10 arriva nei bronchi, il Pm2,5 arriva direttamente negli alveoli polmonari. E si tratta di sostanze esterne che possono causare infezioni. Purtroppo, è un dato scientificamente dimostrato che una lunga persistenza in ambienti con molto inquinamento oltre all’insorgenza di tossi croniche, broncopneumopatie riacutizzate, bronchiti e asma, può favorire anche patologie più gravi come il tumore al polmone”.
Ecco, il valore di Pm2,5 giornaliero che nella nuova Direttiva europea è stato posto come soglia da non superare per più 18 volte in un anno è stato fissato, secondo le indicazioni dell’Oms, a 25 microgrammi. Ecco, a Rovigo il 25 dicembre era 31 e da allora è sempre andato a crescere fino ai 91 di capodanno. Venerdì era 80. Attualmente viene valutata solo la concentrazione annuale, che non deve superare sempre una media di 25 microgrammi.
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