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veneto
07.01.2025 - 08:16
Un momento unico, quello che ha vissuto Emanuele Badin, un pescatore di 47 anni, quando ha tirato fuori dalle acque del Sile un luccio da record. Con i suoi 18,5 chili e 126 centimetri di lunghezza, questo esemplare rappresenta il più grande mai pescato da Emanuele in quelle acque. Un'esperienza che ripaga anni di pazienza e dedizione, e che lo ha portato a rilasciare il pesce, ringraziandolo per l'incontro.
Ma qual è il segreto per catturare un luccio di queste dimensioni? Emanuele, che ha iniziato a pescare all'età di sei anni, ha affinato una tecnica che si basa sulla simulazione della catena alimentare. "Il segreto è procurarsi le esche giuste", spiega. Utilizza vermi per catturare pesci come il cefalo, che poi congela e usa come esca per i lucci. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Emanuele preferisce esche morte, poiché i lucci più grandi, essendo pigri, tendono a diventare saprofagi, preferendo un pesce morto a uno vivo.
La pesca non è solo una questione di attrezzatura e esche, ma anche di saper "leggere l'acqua". Emanuele ha imparato a farlo dopo anni di attese e perfezionamenti, un'abilità che gli permette di posizionare l'esca nei punti giusti, evitando lunghe attese infruttuose. "Ho preso molti grandi lucci nel Sile, ma questo è impareggiabile", afferma con orgoglio.
Il Sile, con la sua rigogliosa biodiversità, offre un habitat ideale per i lucci. Ricco di pesce bianco, cavedani, triotti e scardole, è un ambiente in cui la natura si autoregola. Questo lo rende un luogo privilegiato per la pesca, a differenza di altri fiumi come il Piave e il Brenta, dove la presenza di queste specie è in diminuzione.
Emanuele non è solo un abile pescatore, ma anche un sostenitore della pesca sostenibile. Dopo aver catturato il luccio, ha scelto di rilasciarlo, permettendogli di continuare a nuotare libero nel suo habitat naturale. Un gesto che dimostra rispetto per la natura e per l'equilibrio dell'ecosistema del Sile.
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