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Ecopol: Via o non Via, oggi la scelta

Si riunisce la commissione provinciale in relazione al progetto presentato dall’azienda di via Amendola

Ecopol: Via o non Via, oggi la scelta

Il giorno decisivo per il progetto Ecopol è arrivato. Oggi il comitato per lo screening Via provinciale deciderà se assoggettare o meno alla valutazione d’impatto ambientale il progetto per la realizzazione di un impianto a desorbimento termico che la società, una srl, ha proposto di realizzare all’ex inceneritore di via Amendola a Rovigo. Attualmente l’ex inceneritore è un centro di stoccaggio di rifiuti pericolosi. Come ha spiegato nei giorni scorsi Vanni Destro, attivista della Rete dei comitati polesani a difesa della salute e dell'ambiente, a realizzarlo è stata la società di costruzioni Dondi.

Il progetto di Ecopol, invece, apporterebbe una conversione all’impianto per renderlo un sito in cui si separano “vaporizzandoli e poi bruciandoli gli inquinanti contenuti in terreni contaminati da idrocarburi ed altre sostanze, sia pericolose che non pericolose”. Il progetto sta infiammando la politica rodigina dalla scorsa estate. Perché nonostante l’assoggettabilità a Via sia una decisione che compete esclusivamente ad un organismo tecnico, ovvero la commissione Via provinciale, sulla base di parametri puramente tecnici, tanti cittadini e tante forze politiche hanno fatto sentire la propria voce affinché la Via venga attivata. Questo perché nel corso dei mesi è cresciuta la preoccupazione per le ricadute ambientali che l’impianto potrebbe avere sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Del resto, l’impianto in questione sorge a ridosso di una manciata di chilometri dal centro di Rovigo e a ridosso di diversi centri abitati come quelli delle frazioni di Concadirame e Roverdicrè e dei comuni di Lusia, Villanova del Ghebbo e Costa di Rovigo. Non a caso a favore della procedura Via si sono espressi, oltre al sindaco di Rovigo Valeria Cittadin, anche i sindaci di Lusia, Costa di Rovigo e Villanova del Ghebbo Luca Prando, Gian Pietro Rizzatello e Mauro Verza. Con loro anche le associazioni e i comitati ambientalisti, la Coldiretti, e circa 2.300 cittadini che hanno firmato una petizione promossa, tra gli altri, anche dagli esponenti della Civica per Rovigo e del Forum dei cittadini con, in testa, l’ex sindaco Edoardo Gaffeo. Le stesse forze civiche, comitati e associazioni per l’ambiente hanno promosso lo scorso 28 ottobre una manifestazione in piazza Vittorio Emanuele per chiedere l’assoggettamento a procedura Via.

In tutto questo, una sorta di colpo di scena è arrivato dai banchi del consiglio comunale lo scorso 5 dicembre grazie ai documenti sottoposti alla giunta dalla capogruppo di Civica per Rovigo Elena Biasin. Documenti nei quali si chiarisce come “l’area in cui insiste il deposito rifiuti era stata acquisita nel 1989 da una ditta a seguito del contratto di compravendita stipulato con il Comune di Rovigo - ha spiegato Biasin - Ed era stato autorizzato da una delibera di giunta del 1988, modificata qualche mese dopo. La cessione dell’immobile di via Amendola era collegata a una specifica convenzione sottoscritta nel 1989 che prevedeva l’obbligo per la ditta acquirente di non eseguire nell’area nessun tipo di trattamento e trasformazione di rifiuti. Al tempo le delibere di giunta venivano inviate al Coreco, un comitato regionale di controllo che valutava gli atti amministrativi. La delibera recepiva un’indicazione del Coreco che affermava la natura vincolante dell’obbligo, ai fini della conclusione del contratto di compravendita”.

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