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corbola
08.01.2025 - 07:19
La malaria, una malattia che molti considerano relegata a un passato lontano o a luoghi remoti, ha colpito ancora, portando via Luigi Bovolenta, un uomo di 58 anni, stimato dottore forestale. Ma chi era Luigi Bovolenta e come è possibile che una malattia così antica possa ancora mietere vittime nel XXI secolo?
Luigi Bovolenta non era solo un esperto nel suo campo, ma un vero e proprio pioniere nella gestione forestale sostenibile. Originario di Corbola, in provincia di Rovigo, e residente a Pionca di Vigonza, in provincia di Padova, Bovolenta aveva dedicato la sua vita professionale alla salvaguardia delle foreste tropicali. Dal 2000, lavorava come auditor per la gestione forestale sostenibile, operando per conto di Control Union, un organismo internazionale accreditato per vari standard ambientali. La sua missione lo aveva portato a viaggiare frequentemente in Africa, in particolare nel bacino del fiume Congo, un'area di straordinaria biodiversità ma anche di grandi sfide sanitarie.
Durante le festività natalizie, Bovolenta era rientrato in Italia per trascorrere del tempo con la famiglia. Tuttavia, i primi sintomi della malaria si sono manifestati poco dopo il suo arrivo, peggiorando rapidamente fino a condurlo alla morte il giorno dell'Epifania. Le autorità sanitarie ipotizzano che la zanzara portatrice della malattia possa averlo punto durante una delle sue trasferte nelle aree rurali del bacino del Congo, dove aveva lavorato intensamente per promuovere la gestione forestale sostenibile.
La malaria è una malattia infettiva causata da parassiti del genere Plasmodium, trasmessi all'uomo attraverso la puntura di zanzare infette del genere Anopheles. Nonostante i progressi della medicina, la malaria continua a rappresentare una minaccia significativa in molte regioni tropicali e subtropicali del mondo. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 si sono registrati oltre 240 milioni di casi di malaria a livello globale, con più di 600.000 decessi. La maggior parte delle vittime sono bambini sotto i cinque anni e adulti che vivono in aree endemiche, ma anche i viaggiatori internazionali, come Bovolenta, possono essere a rischio.
Il lavoro di Bovolenta si concentrava principalmente nei paesi del bacino del Congo, tra cui Gabon, Camerun, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo. Queste nazioni ospitano complessivamente circa 6,5 milioni di ettari di boschi certificati per la gestione forestale sostenibile. In un'intervista al sito pefc.it, Bovolenta aveva sottolineato l'importanza di queste certificazioni per garantire che le risorse forestali siano gestite in modo responsabile, preservando l'ambiente e sostenendo le comunità locali.
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